Mercoledì 24 Aprile 2024

Auto elettriche e colonnine, l’Italia se la cava

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SI AVVICINA il momento in cui l’Italia dovrà prepararsi ad accogliere molte auto elettriche sulle sue strade, non tanto per adeguarsi alla proposta della Commissione Ue, già approvata dall’Europarlamento ma non ancora dal Consiglio, quanto per seguire la roadmap già stabilita da tempo dal governo italiano e da quasi tutte le compagnie auto europee.

Da qui la forte accelerata impressa all’installazione di colonnine di ricarica, che saranno necessarie per soddisfare le esigenze di tutti i nuovi automobilisti dal 2035 in poi. In Italia abbiamo raggiunto quasi 28.000 punti di ricarica, in base al monitoraggio di Motus-E, che monitora la situazione dell’infrastruttura con costanza e pubblica i risultati delle proprie osservazioni con cadenza trimestrale. Nello specifico, al 31 marzo 2022, siamo arrivati a 27.857 punti di ricarica suddivisi in 14.311 postazioni di ricarica e dislocati su 11.333 location accessibili al pubblico. A fine dicembre 2020 sfioravamo le 20.000 e a giugno 2021 eravamo a 23.275 punti di ricarica. L’anno scorso si era chiuso a 26.024. Nel periodo gennaio-marzo c’è stata quindi un’accelerata delle installazioni, con un incremento del 7% (+1.833 punti), maggiore rispetto al 5% del trimestre ottobre-dicembre 2021. Rispetto alla prima rilevazione di Motus-E di settembre 2019 (10.647 punti in 5.246 infrastrutture), si registra una crescita del 162% e una crescita media annua del 47%.

Questi dati sfatano il mito che in Italia le colonnine siano troppo poche. Non è affatto vero: quello che conta, infatti, non è il numero dei punti di ricarica in assoluto ma il rapporto autocolonnine. E visto che nel nostro Paese abbiamo quasi 28mila punti di ricarica contro quasi 273mila elettriche e ibride plug-in circolanti, siamo al vertice della classifica dei Paesi europei per la possibilità di ricarica. In pratica, un italiano che compra un’auto elettrica ha servizi migliori di un francese, un tedesco o uno svedese. E questo rende possibile – in Italia – anche l’uso delle ibride plug-in sempre in modalità elettrica, perché nel frattempo cresce costantemente l’autonomia in full electric di queste auto con due motori, che ormai rescono a superare i 100 chilometri ad emissioni zero. Resta però la piaga delle colonnine fuori uso. Purtroppo circa il 12% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali a causa del mancato allacciamento alla rete da parte del distributore di energia o perché in panne. Un dato in linea con quello dello scorso trimestre (13%), ma comunque in miglioramento rispetto a dicembre 2020 (22%).

Un altro punto dolente è la distribuzione geografica, che continua a restare molto sbilanciata verso il Nord. Il 57% circa delle infrastrutture è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa al Centro e solo il 20% al Sud e nelle isole. Guardando alle singole Regioni, la Lombardia, con 4.592 punti, è la meglio servita e possiede da sola il 16% di tutte le installazioni. Seguono, nell’ordine: Lazio e Piemonte, con il 10%; Emilia-Romagna e Veneto (9%) e Toscana (8%). Queste sei Regioni coprono complessivamente il 64% del totale dei punti in Italia. In termini di crescita relativa, però, le Regioni che sono cresciute di più nell’ultimo trimestre sono state la Basilicata con un +19%, seguita da Campania con +16%, Puglia +15% e Calabria e Sardegna, entrambe con +12%. "Nonostante i numeri assoluti ancora non paragonabili – sostiene Motus-E – questo dato è un buon segnale per cercare di raggiungere una maggiore uniformità tra regioni in futuro". Resta limitato anche il numero di colonnine in autostrada. Dalla rilevazione emerge che i punti di ricarica presenti oggi sono circa 150, di cui 115 con ricarica veloce o ultraveloce. Considerando la rete italiana autostradale complessiva di circa 7.318 km, come riportato dall’Autorità di regolazione dei Trasporti, risultano 1,6 punti di ricarica veloce e ultraveloce ogni 100 km.