E-fuel, biofuel, idrogeno. Quali differenze? Ecco le alternative a diesel e benzina

La produzione sta facendo passi da gigante, ma i biocarburanti rimangono, spesso, ancora troppo cari per essere adottati su larga scala

Il rinvio dell’approvazione del divieto di vendita delle auto con motori termici dal 2035, ottenuto grazie all’opposizione di Germania e Italia, ha riaperto il dibattito per i carburanti alternativi a diesel e benzina. L’obiettivo rimane quello fissato dalla Commissione Ue di ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per riuscirci, almeno è questo il desiderio di Berlino e Roma, si vorrebbe fare affidamento anche sui carburanti alternativi, molto meno inquinanti dei combustibili fossili. 

Un pieno di idrogeno (Dire)
Un pieno di idrogeno (Dire)

Biofuel e biodiesel

biocarburanti a base vegetale sono combustibili di origine organica che, a seconda del prodotto da cui sono costituiti, possono essere suddivisi in una grande varietà. Questi combustibili a base vegetale derivano da scarti vegetali, che possono essere coltivati ovunque, e vengono prodotti da fonti energetiche rinnovabili; ciò favorisce la loro produzione, che si stima avverrà con più facilità (e a minori costi) nel prossimo futuro. Inoltre, rispetto ai corrispettivi fossili, i biocombustibili consentono di ridurre le emissioni di carbonio e gas serra fino al 65%.  Nonostante i numerosi benefici, i costi di produzione dei biocombustibili sono decisamente più elevati dei corrispettivi fossili. Monocoltura e massiccio impiego d’acqua sono altri deterrenti a questa alternativa perché comporterebbero impoverimento dei terreni e dei suoi nutrienti, oltre a una  riduzione delle riserve d'acqua di un territorio. 

Biodiesel

È il biocarburante prodotto in maggiore quantità, il Biodiesel è infatti l’alternativa vegetale al gasolio. Un carburante ottenuto da olio vegetale, ad esempio dalla colza e dal girasole, che viene combinato e trattato con alcool etilico o metilico attraverso un processo chimico. In questo modo, si ottiene un liquido viscoso come il gasolio, di colore ambrato o trasparente e a bassa tossicità, ottenuto però da fonti rinnovabili. La sigla BD viene utilizzata esclusivamente nel caso in cui si trovi allo stato puro e non sia stato miscelato al gasolio tradizionale. Il biodiesel non è esente da svantaggi: sebbene sia una sostanza ecologica, la sua produzione necessita di una coltivazione intensiva degli oli vegetali. Coltivazione che potrebbe provocare un aumento dei costi delle risorse e delle materie prime, oltre ad un elevato consumo del suolo. Inoltre, la reputazione del biodiesel sta vacillando. Secondo l’European Environment Agency e l’International Food Policy Research Institute, il futuro del biodiesel sarebbe incerto, in particolare di quello ottenuto dagli oli di colza e di palma che potrebbero avere un effetto negativo sui cambiamenti climatici.

Idrogeno

L’idrogeno è stato a lungo considerato tra le alternative più promettenti dei combustibili fossili grazie alla sua natura ecologica, alla durevolezza delle celle a combustibile e alla possibilità di adattarsi alle infrastrutture di benzina. Attualmente, però, quest’opzione è stata accantonata a favore delle auto elettriche o del gas. Le automobili a idrogeno sono infatti più care a causa dei costi elevati di immagazzinamento e trasporto del combustibile. L'idrogeno, inoltre, è una sostanza altamente infiammabile e produce molte emissioni di gas serra. Tutte queste caratteristiche lo rendono un’opzione allettante che, però, deve ancora essere soggetta a numerose modifiche prima che possa effettivamente imporsi sul mercato automobilistico. 

e-Fuel

I carburanti sintetici, anche detti e-Fuel, sono climaticamente neutri, essendo realizzati attraverso processi ambientalmente sostenibili. Per produrre gli e-Fuel, infatti, si utilizza una particolare combinazione di anidride carbonica e idrogeno verde, prelevando la Co2 dall’ambiente attraverso sistemi che funzionano con le energie rinnovabili. L’operazione consente di ottenere un carburante ecologico, con bassissime emissioni di gas serra in tutto il processo produttivo e nella combustione. Il grande vantaggio è che gli e-Fuel possono essere utilizzati anche dalle normali vetture endotermiche, per consentire anche a chi non dispone di un veicolo elettrico la possibilità di circolare senza inquinare.

Inoltre, non bisogna cambiare l’intera infrastruttura di trasporto e stoccaggio, in quanto la benzina sintetica può essere distribuita utilizzando il sistema attuale. Secondo le aziende che stanno lavorando a questa tecnologia il risultato potrebbe permettere di mantenere gli attuali motori endotermici, con una drastica riduzione delle emissioni di carbonio. Ovviamente siamo ancora in una fase sperimentale, tuttavia i progetti legati ai carburanti sintetici stanno avanzando, soprattutto in Europa.

Mobilità elettrica unica alternativa?

Viste le difficoltà di produzione oppure i limiti in termini di sostenibilità di soluzioni alternative alla benzina e al gasolio, come idrogeno e biocarburanti, nel tempo si è imposta nell’immaginario comune una possibilità energetica diametralmente opposta, ovvero l’elettricità, in particolare attraverso la produzione di batterie per auto elettriche sempre più performanti. Al momento, però, l’autonomia limitata e i dubbi sullo smaltimento delle batterie per auto elettriche dissuadono molti utenti dall'acquisto. Per svilupparsi a livello di mercato globale e poter davvero sostituire i combustibili fossili, è fondamentale che la mobilità elettrica veda aumentare gli investimenti sullo sviluppo tecnologico, sull’adeguamento delle infrastrutture di approvvigionamento e sulla competitività a livello di costi, in modo da incentivare l’utilizzo di questa soluzione su vasta scala.

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