Venerdì 19 Aprile 2024

Stop auto diesel e benzina. "Mini-deroghe per i biocarburanti", con la mediazione tedesca

Il blocco delle immatricolazioni nel 2035 all’esame del Consiglio Ambiente. Cingolani: "La direzione intrapresa è giusta"

Un'auto elettrica in ricarica

Un'auto elettrica in ricarica

Lo stop alle immatricolazioni di auto diesel, a benzina o ibride nel 2035 è in dirittura d’arrivo e dovrebbe tagliare domani anche il terzo traguardo, dopo la Commissione e l’Europarlamento, con qualche mini-deroga per gli ecocarburanti, proposta dalla Germania al Consiglio Ambiente di Lussemburgo, dove i ministri europei devono adottare una posizione comune per arrivare al dispositivo finale.

La proposta di compromesso tedesca piace anche all’Italia, il Paese che insieme a Slovacchia, Portogallo, Bulgaria e Romania si era espressa contro l’idea di bandire completamente le auto a combustione interna entro il 2035. "Siamo molto soddisfatti dell’emendamento proposto dalla Germania, va nella direzione che speriamo", ha detto ieri il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in margine al Consiglio Ambiente. Cingolani, però, ha chiarito che il compromesso è accettabile per l’Italia solo a patto che si proceda con una "eliminazione progressiva dei motori a combustione interna per i furgoni" e che siano introdotte – guardando all’auto italiana – "deroghe specifiche per i piccoli costruttori".

Visto che sia Europarlamento che Commissione si sono pronunciati già a favore dello stop nel 2035, il Consiglio Ambiente era l’ultima chance per creare uno spiraglio alle auto con motore endotermico dopo il 2035. "Nessuno lascerà questa stanza senza un po’ d’insoddisfazione", ha anticipato il responsabile della politica climatica Ue, Frans Timmermans. La posizione dell’Italia, che inizialmente voleva rimandare il divieto fino al 2040 insieme con Portogallo, Bulgaria, Slovacchia e Romania, non era sufficiente, però, per cambiare le carte in tevola. Serve infatti un numero di Paesi che rappresenti una quota di popolazione europea superiore al 35%.

Il ruolo chiave, dunque, è stato svolto proprio dalla Germania, dove peraltro non sono mancate tensioni sul tema all’interno dello stesso governo. I ministri per l’Economia e l’Ambiente, Robert Habeck e Steffi Lemke, entrambi dei Verdi, hanno espresso infatti il loro sostegno per la proposta della Commissione, seppure con qualche concessione alla "neutralità tecnologica" degli ecocarburanti a impatto zero. Le loro dichiarazioni però non sono piaciute al ministro al responsabile delle Finanze Christian Lindner, favorevole a un sostegno più deciso per i carburanti sintetici. L’appoggio della Verde alla proposta della Commissione è "sorprendente", ha tuonato su Twitter, deciso a difendere l’industria dell’automotive tedesca – la più forte d’Europa –, chiedendo che "i motori con combustibili privi di Co2" siano "ammessi come tecnologia in tutti i veicoli dopo il 2035".

Sarebbe invece passata la proposta di deroga per gli e-fuels a scopi "limitati". Sarebbe quindi lasciato per cinque anni uno spiraglio al motore endotermico, ma si tratta di uno spazio molto limitato. Tutto dipende ora da come questo risultato sarà tradotto alla fine, soprattutto per chi ritiene, come l’Olanda, che ogni eccezione indebolisca le ambizioni comuni. D’altra parte per la maggior parte delle case automobilistiche il dado è ormai tratto. L’ultimo annuncio in ordine di tempo è arrivato lunedì: Jaguar Land Rover ha annunciato il totale passaggio all’elettrico dal 2030. La partita conoscerà il suo risultato solo oggi, ma la posta in palio è più ampia. In discussione c’è anche la riforma dell’Ets, il mercato europeo delle emissioni, e la sua espansione ai trasporti privati e al riscaldamento degli edifici: a favore la Germania, contro tutto l’Est. A far discutere è anche il Fondo sociale per il clima per aiutare le famiglie contro il caro energia: Bruxelles lo vorrebbe di 72 miliardi, la Francia media a 59. Ma Berlino e altri frugali pretendono un taglio più netto, intorno ai 30. L’unica cosa certa, ha esortato Timmermans, "è che non c’è tempo da perdere".