Domenica 13 Ottobre 2024
ARNALDO LIGUORI
Economia

Guerra dello streaming: gli aumenti degli abbonamenti spiegati in 90 secondi

La nuova puntata di Money Vibez, il format per generazione Z che spiega l’economia, la finanza e il lavoro senza troppe complicazioni

Quest'anno per lo streaming gli italiani hanno speso fino al 30% in più rispetto all'anno scorso. Netflix, Amazon Prime, Disney e Apple TV: tutti hanno aumentato il costo dell'abbonamento.

Ma per capire questi rincari bisogna fare un passo indietro. Fino a qualche anno fa il settore era dominato da Netflix, che spendeva miliardi per nuove produzioni. Nel tempo la concorrenza è cresciuta e oggi il mercato, anche in Italia, è vicino alla saturazione.

Basta pensare che nel 2022, per la prima volta a livello globale, il numero di abbonamenti Netflix è stato superato da quello raggiunto dal gruppo Disney, che comprende anche le piattaforme ESPN e Hulu. Il punto, secondo gli studiosi, è che quando una persona ha già uno o due abbonamenti è poco propenso a farne altri.

Nella guerra dello streaming, quindi, resta poco spazio per crescere. Non è che le aziende non corrano la gara, ma nessuno speri ormai davvero di vincere.

La strategia è cambiata. Più che a conquistare nuovi abbonamenti, le aziende puntano a rendere ancora più redditizi quelli che hanno già ottenuto e, soprattutto, a mantenere i profitti. Risultato: aumentano i prezzi, vengono tagliati i costi e produzioni, si introduce la pubblicità e soprattutto si limita la condivisione degli account.

Alla fine tra gli utenti c'è chi preferisce rinunciare al servizio. E c'è anche chi, magari una minoranza, preferisce tornare alla vecchia cara pirateria online.