Mercoledì 24 Aprile 2024

Cambia l’Iva, lo spettro della stangata

Il carico sulle famiglie potrebbe aumentare. Domani il rush finale sul Def

Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri (Lapresse)

Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri (Lapresse)

Roma, 29 settembre 2019 - Un fine settimana di fuoco, al ministero dell’Economia, per mettere e punto e limare fino all’ultimo le tabelle del Nadef, sigla che sta per Nota di aggiornamento al Def, ma che, tradotta in soldoni, traccia la cornice finanziaria della prossima manovra economica. E, dietro i numeri, si nascondono scelte impegnative. A cominciare dall’Iva. Per scongiurare gli aumenti previsti da gennaio e imposti dalle clausole di salvaguardia sottoscritte dall’Italia con Bruxelles, occorrono circa 23 miliardi di euro. Il governo ha assicurato che non ci saranno incrementi. Ma, in realtà, al ministero dell’Economia, si continua a lavorare a una ‘rimodulazione’ delle attuali aliquote spostando alcuni beni da una fascia all’altra, prevedendo qualche ritocco all’insù per alcuni servizi o generi che hanno meno impatto sui consumi e l’inflazione e riducendo altre voci a cominciare, ad esempio, dalle bollette di luce, acqua e gas. 

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Nel mirino del governo finirebbero, soprattutto, i beni di lusso che arrivano dall’estero. Sarebbero, invece, esclusi quasi tutti i generi di prima necessità, a cominciare dagli alimentari. In sintesi, accanto alle attuali aliquote del 22, 10 e 4%, se ne aggiungerebbe anche una terza, fra il 7 e l’8%. L’alternativa alla ‘rimodulazione’ dell’Iva sarebbe quella di un taglio dei bonus fiscali, anche qui stando attenti a non incidere sulle detrazioni più popolari, come quelle sulla prima casa o i figli a carico. Il cantiere della prossima manovra è ancora aperto. Ma l’idea di agire sulle imposte indirette ha sollevato già una valanga di critiche da parte delle associazioni del terziario. Per la Confesercenti ci sarebbe, infatti, un rischio ‘stangata’ per le famiglie di oltre 5 miliardi. 

Sul piede di guerra anche la Confcommercio, contraria a ogni intervento su Iva e dintorni. Compreso quel meccanismo di incentivi e disincentivi che l’esecutivo ha allo studio per scoraggiare l’uso del contante e combattere l’evasione. Un pacchetto di misure che dovrebbe far aumentare il gettito di almeno 3-4 miliardi di euro. Fra le novità dell’ultima ora, anche la decisione del governo di accompagnare la prossima Finanziaria con almeno due disegni di legge collegati. 

Il primo, chiesto a gran voce sia da Pd che dal M5s, tutto dedicato alle famiglie, con sconti fiscali e misure per favorire la natalità. Il secondo, invece, dovrebbe dare il via libera alla Banca degli Investimenti, una struttura che dovrebbe agevolare l’accesso al credito da parte degli imprenditori e favorire le aree più svantaggiate, come quella del Sud. I conti definitivi potranno essere tracciati solo da domani, quando il governo metterà nero su bianco i numeri aggiornati del Documento di economia e finanza. L’asticella del deficit potrebbe salire fino al 2,1%, rispetto a un target programmatico dell’1,6%. Per arrivare alla nuova soglia, l’Ue dovrebbe concedere all’Italia circa 10 miliardi di ‘flessibilità’. 

Ma c’è anche chi non esclude che la dote possa essere più generosa, fino ad arrivare ai 13 miliardi di euro, con un deficit al 2,3%. Il Pil, invece, sarà rivisto al ribasso e dopo la crescita piatta del 2019, aumenterà solo dello 0,6%. Anche qui, però, i decimali contano. Ed è per questo che il governo non ha alcuna intenzione di realizzare una manovra recessiva. Oltre alla conferma (con piccoli aggiustamenti) di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, allo studio c’è il taglio del cuneo fiscale (da solo vale 5 miliardi) e un piano di investimenti ‘green’, da finanziare con il taglio dei cosiddetti ‘sussidi ambientalmente dannosi’. 

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