L'assegno unico nel 2023 aumenta per tutti: le cifre e quando sarà pagato dall'Inps

Ci sarà una rivalutazione dell'8,1% rispetto alle somme dello scorso anno: ma attenti all'Isee

Un assegno più corposo per tutti e più famiglie accreditate a ricevere l’importo mensile massimo stabilito. La versione 2023 dell’assegno unico universale sorride alle mamme e ai papà alle prese con la crescita (e il mantenimento) dei figli fino al 21esimo anno di età, grazie alle modifiche varate dal Governo e che riguardano un doppio binario: da una parte l’adeguamento all’inflazione e dall’altra l’innalzamento delle fasce Isee.

Aumenti Assegno unico
Aumenti Assegno unico

Assegno unico, gli aumenti

Il punto di partenza è un dato ormai arcinoto: l’esplosione dell’inflazione ha minato la capacità di spesa delle famiglie. Con l’intento di ridurre la forbice, già la mensilità di febbraio è stata rivista al rialzo con una crescita generalizzata per tutti gli importi dell’8,1%. Il che vuol dire che chi percepiva la soglia minima perché non presentava la dichiarazione Isee o perché questa superava i 40.000 euro, è passato dal ricevere 50 euro per ogni figlio, a incamerarne 54,1. Allo stesso modo chi invece rientra nella fascia più tutelata, abbinata all’importo massimo riconosciuto, in questi giorni passerà dal precedente accredito di 175 euro al nuovo importo di 189,2 euro. In questo caso, l’aumento mensile è dunque di 14,2 euro, che moltiplicati per 12 mensilità, porterà a un adeguamento annuo complessivo di 170,4 euro. Crescono anche i bonus aggiuntivi, come per esempio quelli riconosciuti dal terzo figlio, che passano da 85 a 91,9 euro.

Ampliamento delle fasce

L’Inps in questi giorni fornirà tabelle su misura per ogni singolo caso, ma fin da ora - interpellata dal Sole 24 Ore – ha chiarito che gli adeguamenti riguarderanno anche le fasce di reddito, con ulteriore vantaggio per i beneficiari. Nel 2022 in effetti la soglia al di sotto della quale veniva riconosciuto l’importo massimo era di 15.000 euro, mentre nel 2023 il riferimento passa a 16.215. In seguito a questa rivalutazione, si allarga la già corposa platea dei beneficiari, che da circa il 47% delle famiglie che hanno fatto richiesta, arriverà indicativamente a raggiungere la metà, per un totale di circa 4 milioni di figli coinvolti. In base allo stesso principio, si alzerà anche il tetto massimo, oltre il quale viene riconosciuto l’importo minimo: era 40.000 euro di Isee, è diventato 43.240. In questa fetta è compreso poco più del 20% dell’intera platea dei beneficiari.

Importi già rivalutati: quando arrivano i soldi

L’adeguamento a rialzo verrà riconosciuto già dalla mensilità di febbraio, mentre per quella ormai trascorsa di gennaio, L’Inps provvederà a un conguaglio nel prossimo assegno, quello che verrà corrisposto a marzo.

L’importanza dell’Isee

Chi ha già presentato la pratica per beneficiare dell’assegno unico universale, non dovrà presentarne una nuova, ma è invece necessario che tutti provvedano a inviare la dichiarazione Isee aggiornata, perché la validità del documento è di 12 mesi e l’istituto previdenziale, prima di stabilire i nuovi importi da accreditare, deve prendere visione dei parametri, anche se sono rimasti costanti. In questo caso non vale dunque il principio della continuità: chi non presenterà la documentazione entro fine mese, da marzo vedrà riconoscersi soltanto l’importo minimo previsto.

Ultima finestra

I ritardatari avranno in ogni caso ancora altri 4 mesi a disposizione per adeguarsi: chi provvederà a inviare il documento entro fine giugno si vedrà riconoscere gli arretrati eventualmente dovuti, mentre chi non lo farà, per tutto il 2023 dovrà accontentarsi dall’assegno più piccolo.