Mercoledì 24 Aprile 2024

Attenti alle false cooperative Rischia anche l’impresa che le usa Dovrà pagare stipendi e contributi

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ROMA

ESTERNALIZZAZIONI e appalti illeciti. Cooperative spurie e false cooperative: un fenomeno preoccupante su cui ha acceso i riflettori l’Ispettorato nazionale del lavoro come si ricava dall’ultimo report che riassume i risultati dell’attività di vigilanza in materia lavoristica e previdenziale-assicurativa.

«Coop spurie e false coop violano i diritti dei lavoratori – spiega Paolo Stern, socio fondatore (con Gianluca Petricca, Mauro Zanin e Fabrizio Ciciani) di NexumSTP, una società di consulenza per piccole e medie imprese nata recentemente dalla fusione di alcuni prestigiosi studi di consulenza fiscale e del lavoro – perseguendo solo in apparenza scopi mutualistici, creando invece una distorsione delle regole della leale concorrenza. C’è poi un altro dettaglio che riguarda i datori di lavoro».

Quale?

«Molti datori di lavoro che si avvalgono di tali soggetti, ignorano che le esternalizzazioni fittizie per il tramite di false cooperative determinano rilevanti conseguenze anche nei confronti degli utilizzatori, i quali saranno chiamati a rispondere solidalmente dei debiti su retribuzioni e contributi».

I numeri dell’attività di vigilanza?

«Nel 2018, su un totale di 3.311 cooperative ispezionate, ne sono risultate irregolari 1.986 (circa il 60%, nel 2017 le cooperative irregolari sono state 1.826, pertanto, si registra un aumento in percentuale rispetto al 2017 dell’8,76%). È stata inoltre accertata l’occupazione irregolare di 28.403 lavoratori (a fronte dei 16.838 del 2017, con un aumento del 60%), 1.036 dei quali totalmente «in nero» (il 3,65% dei lavoratori irregolari). Sono stati recuperati contributi e premi evasi per un importo imponibile accertato pari a euro 61.180.914 in aumento di circa il 15% rispetto al 2017 (euro 53.294.927».

Il fenomeno interpositorio?

«Nel corso del 2018 particolare attenzione è stata posta dall’Ispettorato verso gli accertamenti concernenti le irregolarità in materia di decentramento produttivo (appalto, distacco o somministrazione): hanno riguardato complessivamente 10.877 lavoratori coinvolti in forme di esternalizzazione fittizia (rispetto al 2017 la percentuale dei lavoratori tutelati è aumentata del 10%)».

C’è una ‘classifica’ territoriale?

«Le regioni maggiormente coinvolte sono risultate Emilia-Romagna (2.442 lavoratori interessati), Lazio (1.808), Lombardia (1.359), Veneto (1.292) e Piemonte (931)».

In sintesi?

«Il rapporto evidenzia la ricerca, attraverso strumenti irregolari, di un contenimento del costo del lavoro che si esprime patologicamente su due fronti: appalti illeciti e contratti pirata».

Quando un’esternalizzazione può definirsi genuina?

«L’appaltatore deve risultare in possesso di un’adeguata organizzazione aziendale, il servizio erogato deve essere effettuato in autonomia dall’impresa appaltatrice e l’oggetto del contratto non deve consistere nella mera fornitura di personale».

Quali sono gli strumenti a supporto delle imprese che vogliono esternalizzare nella legalità?

«La certificazione dei contratti disciplinata dal decreto 2762003: è una procedura volontaria e attivabile solo su richiesta di entrambe le parti».

Come accertarsi della regolarità delle aziende appaltatrici?

«Lo strumento è l’asseverazione contributiva e retributiva delle imprese. L’Asse.co rilasciata dai consulenti del lavoro è riconosciuta dall’Ispettorato come strumento idoneo per la qualificazione delle imprese. Due i benefici: ridurre la possibilità di avere un’ispezione e certezza della regolarità della posizione aziendale».

In conclusione?

«Le cooperative spurie tradiscono il senso della loro identità. La concorrenza sleale di chi non rispetta norme e contratti mette a rischio le coop sane e i diritti dei lavoratori. La raccomandazione alle aziende è di diffidare di realtà pseudo-imprenditoriali che propongono costi del lavoro così bassi da risultare evidentemente contrari alla legge».

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