Assicurazioni sanitarie Axa punta sulla diagnostica

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Non più e non solo pagatori di sinistri ma anche e soprattutto fornitori di servizi a valore aggiunto. È questa la nuova sfida delle imprese di assicurazione a cominciare da un grande gruppo come Axa e da un settore in forte crescita come quello della salute dove l’offerta privata ha sempre maggiori (e necessari) spazi di integrazione con quella pubblica. Leader nel settore della protezione con un giro d’affari di 102,3 miliardi e 105 milioni di clienti, Axa riveste un ruolo chiave anche in Italia che con quasi 7 miliardi di premi sia Vita che Danni rappresenta uno dei primi dieci mercati per il gruppo. E dove proprio in questi giorni Axa Italia ha annunciato iniziative nel settore salute che vanno oltre il business tradizionale e si affacciano al mondo della diagnostica.

Perché la salute è così prioritaria nella strategia di Axa?

«La strategia di Axa è diventare partner dei nostri clienti e dunque la salute è la nostra massima priorità – esordisce Patrick Cohen, ad di Axa Italia sotto la cui guida dal 2016 il risultato operativo è cresciuto del 18% –. Oggi le aspettative dei clienti si sono evolute, chiedono servizi a valore aggiunto, che permettano loro di prevenirli e se possibile di evitarli. A questo si aggiunge il contesto demografico e socioeconomico nel quale viviamo, che fa si che la salute sia all’alba di una rivoluzione».

Quali sono i fattori determinanti?

«Innanzitutto l’invecchiamento della popolazione, che fa crescere la domanda sanitaria e i costi, a questo aggiungiamo l’aumento delle malattie croniche gravi, che oggi colpiscono il 40% della popolazione. La conseguenza è che i sistemi sanitari di tutti i Paesi europei fanno fatica ad affrontare questo boom della domanda. Consideriamo poi che l’innovazione tecnologica sta cambiando profondamente il modo in cui si eroga e si consuma la sanità, a breve i nuovi dispositivi trasformeranno radicalmente la medicina».

Come vi preparate ad affrontare questo grande cambiamento?

«In Axa Italia siamo pionieri. Lo siamo stati nel campo della Telemedicina e in poco meno di un anno oltre il 25% della nostra base clienti Salute ha acquistato una polizza con questa componente. Adesso continuiamo con un nuovo asset. In questi giorni abbiamo infatti concluso una operazione di integrazione verticale nel settore della diagnostica. Nello specifico il partner è Cidimu, gruppo italiano di prestigio, all’avanguardia in termini di tecnologia e qualità del servizio e l’acquisizione riguarderà un istituto».

Come si integra il vostro ingresso nella diagnostica col ruolo di assicuratore?

«L’ambizione di AXA è quella di aiutare i suoi clienti a restare in salute e per questo abbiamo scelto di investire nel segmento della diagnostica. È la parte del percorso clinico in cui pensiamo di poterci affiancare più coerentemente con il Sistema pubblico. Con la diagnostica si determina infatti l’esito clinico e con la nostra capacità di investimento in tecnologie possiamo fare la differenza. La diagnostica è prevenzione e sulla prevenzione abbiamo un pieno allineamento di interesse tra noi e i nostri clienti».

Come vede la relazione tra pubblico e privato nel settore della salute?

«Il rapporto di collaborazione tra pubblico e privato sia imprescindibile. Come assicuratori, possiamo ricoprire un ruolo più ampio, supportando l’evoluzione del sistema sanitario e andando oltre il ruolo del tradizionale pagatore».

Quali sono i benefici attesi?

«Innanzitutto, ci sarà un beneficio per i nostri clienti, perché l’integrazione con le cliniche sanitarie ci consentirà di avvicinarci ulteriormente ai loro bisogni, e di seguirli dall’inizio alla fine nel percorso sanitario. Questa partnership consentirà inoltre ad Axa di andare oltre l’assicurazione, con una nuova linea di business, ma anche di catturare sinergie evidenti con il business assicurativo. Basti pensare a una migliore gestione dei sinistri o alla fidelizzazione dei nostri clienti».

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