Giovedì 25 Aprile 2024

Assicurazioni, il virus presenta un conto salato

Il Covid-19 pesa sul ramo Danni e sui rendimenti finanziari

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di Andrea Telara

Peggio della tragedia dell’11 settembre e degli uragani Katrina, Rita e Wilma. Stiamo parlando dell’effetto che avrà sul settore assicurativo la pandemia del Covid-19 (nella foto il via alle vaccinazioni a negli Stati Uniti), l’evento destinato a portare nella storia questo 2020 ormai prossimo alla conclusione. Oltre a far precipitare nella recessione l’economia dei paesi industrializzati, l’emergenza sanitaria del Coronavirus ha infatti avuto degli effetti significativi anche sui conti delle imprese d’assicurazione.

A evidenziarlo nell’ottobre scorso è stata l’ultima relazione annuale dell’Ania. Citando le stime del big internazionale del settore, cioè i Lloyd’s di Londra, l’Ania ha messo in fila una serie di numeri che evidenziano come il Covid-19 non sarà purtroppo indolore neppure per le società specializzate nella creazione e distribuzione di polizze.

Come sa bene chi ha una certa dimestichezza con questo mercato, il settore assicurativo si divide sostanzialmente in due rami: il primo è il cosiddetto ramo Danni, che raggruppa tutte le polizze che tutelano gli assicurati contro i principali rischi della vita quotidiana: gli incidenti stradali, gli infortuni, il decesso prematuro, le calamità naturali o le malattie. L’altro ramo è il cosiddetto Vita, che riunisce invece tutte le polizze acquistate dagli assicurati con finalità d’investimento. Sono cioè quei contratti che prevedono un versamento di denaro periodico (per esempio ogni mese) che viene poi investito in fondi e gestioni dalla compagnia assicurativa e va a formare un capitale riscattabile dopo qualche anno (comprensivo dei rendimenti maturati). Ebbene, a soffrire di più è il ramo Danni, poiché la pandemia a una calamità di vasta portata come un uragano e un terremoto e costringe ovviamente le compagnie a sborsare miliardi su miliardi per risarcire i propri assicurati.

Secondo le stime dei Lloyd’s, l’emergenza Coronavirus costringerà le imprese di assicurazione internazionali a sborsare ben 107 miliardi di dollari. Si tratta di una somma di gran lunga superiore rispetto agli indennizzi liquidati quasi 20 anni fa dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001 (27 miliardi) e a quelli pagati nel 2011 ai tempi del rovinoso terremoto del Giappone, seguito poi anche da un devastante tsunami (40 miliardi). Superiore al costo della pandemia è invece il valore dei risarcimenti versati complessivamente dalle compagnie assicurative in occasione da tre tragici uragani che hanno investito in passato la costa atlantica degli Stati Uniti: Katrina, Rita e Wilma. In questo caso, il costo complessivo degli indennizzi è stato a 116 miliardi di dollari, 9 miliardi in più rispetto a quello dell’attuale crisi sanitaria.

Tuttavia le stime dei Lloyd’s di Londra tengono conto di un particolare tutt’altro che trascurabile: per calcolare i costi totali della pandemia, non bisogna stimare soltanto gli oneri dei risarcimenti agli assicurati. Occorre aggiungere un’altra voce, rappresentata dalle perdite finanziarie complessive subite dalle compagnie. Per coprire i propri risarcimenti, infatti, le imprese assicuratrici gestiscono infatti delle riserve, cioè patrimonio finanziario che può subire rivalutazioni o svalutazioni a seconda dell’andamento dell’economia. Poiché nel 2020 c’è stata una recessione mondiale che ha fatto sprofondare in negativo il Pil dei maggiori paesi industrializzati, la conseguente riduzione del valore degli investimenti detenuti dalle compagnie assicurative a copertura dei rischi assunti le costringerà a subire una perdita finanziaria complessiva di 96 miliardi di dollari. Sommando quest’ultima cifra ai 107 miliardi di risarcimenti danni, la pandemia costerà nel complesso al settore assicurativo la bellezza di 203 miliardi. Si tratta di numeri parziali, che sono stati elaborati nei mesi scorsi e che, proprio per questa ragione, vanno presi con il beneficio di inventario. Vista la piega che gli eventi hanno preso nelle ultime settimane dell’anno, però, si può dire con ragionevole certezza che la pandemia del Covid-19 per il mondo assicurativo è stata una "botta" non da poco.

Prima della crisi, almeno in Italia, cioè fino alla fine del 2019, la raccolta delle imprese assicuratrici italiane è stata invece abbastanza solida. I premi riscossi sul mercato dalle compagnie lo scorso anno nel ramo Vita sono stati pari a oltre 106 miliardi di euro, in crescita del 3,9% rispetto al 2018. Nel ramo Danni, invece, la raccolta del 2019 ha superato i 34 miliardi di euro, il 3,2% in più in rapporto ai 12 mesi precedenti.

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