Giovedì 25 Aprile 2024

Assegno unico per i figli: da 50 a 200 euro. Quando parte e a chi spetta

La crisi di governo potrebbe bloccare la prima vera riforma strutturale sul fronte fiscale. Serve ancora il via libera del Senato

Due mamme con i passeggini (Ansa)

Due mamme con i passeggini (Ansa)

È la novità più strutturale della manovra per il 2021: parliamo dell’assegno unico e universale per i figli dal settimo mese di gravidanza e fino a 21 anni di età. La misura partirà dal primo luglio e potrà oscillare da 50 a 200 euro mensili (250 con le maggiorazioni) per ciascun figlio. Le risorse ci sono, ma manca l’ultimo via libera del Senato alla legge delega, votata alla Camera all’unanimità e, dunque, di non complessa approvazione anche a Palazzo Madama in via definitiva entro gennaio.

L’assegno unico sarà destinato a tutte le famiglie con figli a carico: nel novero rientrano non solo i nuclei con lavoratori dipendenti, ma anche quelli con autonomi, disoccupati, incapienti (che potranno ricevere il bonus anche se hanno redditi bassi al punto da non dover pagare le imposte).

I nuclei familiari avranno diritto all’assegno fino a che i figli avranno al massimo 21 anni di età (a meno che non siano affetti da disabilità permanente): nel caso dei giovani tra i 18 e i 21 anni, il sussidio sarà attribuito se i figli saranno riconosciuti a carico del nucleo familiare. Si tratta di 12,5 milioni di bambini e ragazzi: di questi circa 10,1 milioni sono minori.

L’avvio dell’operazione è fissata al primo luglio del prossimo anno: tant’è che i miliardi in ballo per il 2021 sono, in realtà, tre, per diventare sei a regime.

Risorse che si aggiungeranno a quelle previste da un fondo specifico creato lo scorso anno e a quelle che derivano dall’esaurimento degli interventi attualmente esistenti, come le detrazioni fiscali, i bonus nido e simili, e gli assegni al nucleo familiare.

L'importo e come funziona

Il sostegno sarà costituito da una quota fissa, valida per tutti, che potrà oscillare sui 50-100 euro per figlio, e da una quota variabile, correlata alle condizioni economiche della famiglia: insomma, intorno ai 50-60mila euro di Isee la seconda quota potrebbe azzerarsi. In compenso, saranno previste maggiorazioni a partire dal secondo, terzo figlio, per la presenza di disabili e per i nuclei monogenitoriali. La stima, a conti fatti, è quella di 200-250 euro mensili per ciascun figlio per i redditi medio-bassi.

Quel che è certo, però, è che il Forum delle associazioni familiari ci vuole vedere bene "dentro" le simulazioni, per evitare che tra oggi e la nuova formula vi siano peggioramenti in determinati casi. Una eventualità che sia il Ministro della Famiglia Elena Bonetti sia il vice-ministro dell’Economia, Antonio Misiani, hanno spiegato di voler scongiurare attraverso una clausola di salvaguardia, che tuteli i destinatari delle misure esistenti. Insomma, nel pacchetto attuativo entrerà in gioco anche una sorta di paracadute per i casi nei quali l’assegno unico dovesse rivelarsi un boomerang rispetto alla situazione attuale delle detrazioni esistenti per la famiglia.

L’assegno unico, in ogni caso, è un pezzo della più complessiva riforma fiscale che diventerà operativa dal primo gennaio 2022. Ma questo è un altro capitolo tutto da scrivere e che dipenderà dall’evoluzione del quadro politico.

 

 

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