Assegno unico 2023, somme chieste per errore. L'Inps chiederà la restituzione. Ecco a chi

Il problema riguarda la maggiorazione per le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori e quelle monogenitoriali

Assegno unico, sono 82mila le famiglie che hanno chiesto, per errore, somme superiori quelle spettanti e che, gradualmente le dovranno restituire. A precisarlo è stata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella durante il Question time alla Camera.

Assegno unico 2023, gli aumenti per fasce di reddito
Assegno unico 2023, gli aumenti per fasce di reddito

Assegno unico da restituire

"Nelle interlocuzioni con il Ministero, l'Inps ha informato che la maggiorazione in oggetto è stata richiesta per errore da circa 82.000 nuclei monogenitoriali. Sempre l'Inps ha reso noto che, per evitare il caso di appropriazione indebita, dopo il monitoraggio dei mesi estivi e due comunicazioni sull'argomento, è stata avviato dall'ottobre 2022 il recupero della maggiorazione non dovuta a legge vigente; recupero che avverrà in modo graduale con una rateizzazione che prevede una compensazione non superiore al 20% della rata in pagamento", ha detto la ministra.

La maggiorazione

"Tra i criteri per la determinazione dell'assegno infatti, la norma vigente pone il 'caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro', fattispecie per cui è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili decrescenti per le famiglie con un Isee superiore a 15.000 euro, fino alla soglia di 40.000 euro.

L'errore

Alcune famiglie monogenitoriali (in alcuni casi la condizione si sarebbe modificata dopo la richiesta) avrebbero percepito erronaemente la maggiorazione.

Quando restituire le somme

Il recupero di queste somme indebite è stato avviato dall'ottobre 2022 il recupero della maggiorazione non dovuta a legge vigente; recupero che avverrà in modo graduale con una rateizzazione che prevede una compensazione non superiore al 20% della rata in pagamento. In sostanza la somma del 20% verra trattenuta dal pagamento degli Assegni unici di quest'anno fino all'azzeramento del "debito".

Il caso dei genitori rimasti vedovi

 "In tale casistica - ha proseguito Roccella - rientrerebbe anche la delicata fattispecie dei genitori che diventano vedovi. Per la maggiore fragilità di questi nuclei, l'Inps ha confermato il bonus fino al 28 febbraio, data entro cui sarà fornita adeguata comunicazione all'utenza. Si annota inoltre che l'Istituto segnala circa 25.000 genitori unici, vedovi, richiedenti la maggiorazione". 

Stortura da sistemare

"Rimane la necessità di assicurare un adeguato sostegno ai nuclei familiari monogenitoriali, in particolare ai genitori vedovi, lavoratori. A tale proposito, intendo lavorare in sinergia con il Ministro Giorgetti per equiparare tale condizione a quella del doppio percettore di reddito seguendo la ratio della legge. Se infatti l'intenzione era quella di non sfavorire il secondo percettore di reddito, molto spesso quello femminile, nel caso dei nuclei con un genitore vedovo si tratta di sostenere i compiti economici e di cura del genitore rimasto solo", ha concluso la ministra.

 

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