Bebè più ricchi. L'assegno di maternità comune 2023 aumenta dell'8,1%: a chi spetta

Il sostegno alle famiglie è stato adeguato dall'Istat in base all'inflazione

Aumenta l'inflazione, aumenta il costo della vita, aumentano le bollette e aumenta anche l'assegno di maternità comunale. Una forma di sostegno alle famiglie che integra la maternità concessa a madri (e padri) per legge dallo Stato. Ma a chi spetta l'assegno di maternità comunale? Come fare domanda? Perché è aumentato? Vediamo di fare un po' di ordine.

Assegno maternità 2023
Assegno maternità 2023

L'assegno di maternità cos'è

L'assegno di maternità è una prestazione assistenziale. Rientra fra i provvedimenti a sostegno delle famiglie e della natalità ed è in vigore dal 2017.

A chi spetta

L'assegno di maternità comunale è concesso dai Comuni (ma pagato dall'Inps) alle madri, anche adottive o in affidamento preadottivo, cittadine italiane, comunitarie o straniere in possesso di permesso di soggiorno.

La rivalutazione

L'assegno di maternità per il 2023 è stato rivalutato dell'8,1%, proprio in base ai calcoli dell'Istat per l'adeguamento all'inflazione. Lo comunica l'Inps in una nota dopo la circolare con la quale l'istituto ha reso noto l`importo e il limiti di reddito per l'anno 2023. 

A quanto ammonta

"Per quest'anno - si legge nella nota dell'Inps - l`assegno è stato rivalutato, in base all'Istat, del +8,1% ed è pari, nel suo importo pieno, a 1.917,30 euro, erogati in cinque rate mensili di 383,46 euro massimo".

L'Isee

Il requisito Isee per ottenere l'assegno in misura intera è pari a 19.185,13 euro. Quindi chi è sotto a questa soglia avrà diritto ai 1.917,30 euro.

Quando viene pagato

In assenza di altre indennità di maternità, l'assegno comunale, anche detto "assegno di maternità di base", è erogato per cinque mesi dall'Inps, nel solo caso di Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore ad una determinata soglia, stabilita a cadenza annuale (quest'anno appunto 19.185,13 euro).

Come fare domanda

La domanda va presentata al comune di residenza al quale compete la verifica della sussistenza dei requisiti di legge per la concessione della prestazione, entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall'effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o in affido preadottivo.

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