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Milano - Tra gli obiettivi del Pnrr c’è anche quello di aumentare i posti negli asili nido. Per riuscirci, sono stati messi sul piatto 3,1 miliardi di euro. Somme che serviranno ad aumentare il tasso di copertura, ovvero il numero di posti nei servizi educativi ogni 100 bambini sotto i 3 anni, dall’attuale 26,6% al 45,5% entro la fine del 2025. Si tratta di un incremento importante che porterebbe l’Italia ad allinearsi agli altri Paesi europei. Già nel 2020, infatti, Spagna e Francia avevano superato il 40% a fronte di un obiettivo, fissato dall’Ue, del 33%. Obiettivo dal quale l’Italia, con i suoi 361.318 posti dell’anno scolastico 2019-2020, era ben lontana. Ma i dati sul nostro Paese nascondono anche grossi divari territoriali, con alcune regioni, soprattutto nel Nord, che hanno già valori superiori al 30% mentre al Sud il tasso di copertura spesso si attesta a poco più del 10%. Così, se Emilia-Romagna, Toscana, Lazio superano addirittura il target europeo, Campania, Calabria e Sicilia si collocano tra il 10 e il 12%. Ma non è solo una questione di posti disponibili. A rendere ancora più complicata la situazione italiana è l’eterogeneità dell’offerta di asili nido pubblici. In molte regioni meridionali, i posti messi a disposizione dallo Stato non rappresentano neanche la metà del totale. Con la Calabria fanalino di coda: l’offerta pubblica costituisce circa il 28% dell’offerta complessiva. Insomma, in molti casi si è costretti a ricorrere agli asili privati. Tutti aspetti sui quali il Pnrr interviene, destinando al Sud la maggior parte dei nuovi posti. Un elemento che, secondo l’Osservatorio sui conti pubblici, contribuirà a ridurre “gli attuali profondi divari territoriali nella distribuzione di asili nido”. Nello specifico, il Pnrr dedica alla costruzione di strutture per bambini sotto i sei anni e al loro funzionamento 4,6 miliardi di euro. ...
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