Sabato 20 Aprile 2024

Asili nido: dal Pnrr 3,1 miliardi di euro per aumentare i posti

L'Italia ha un tasso di copertura del 26,6% contro il 33% fissato dall'Ue. Le risorse stanziate serviranno a portarlo al 45,5%. Obiettivo: eliminare il divario tra le regioni

Bimbi al nido

Bimbi al nido

Milano - Tra gli obiettivi del Pnrr c’è anche quello di aumentare i posti negli asili nido. Per riuscirci, sono stati messi sul piatto 3,1 miliardi di euro. Somme che serviranno ad aumentare il tasso di copertura, ovvero il numero di posti nei servizi educativi ogni 100 bambini sotto i 3 anni, dall’attuale 26,6% al 45,5% entro la fine del 2025.

Si tratta di un incremento importante che porterebbe l’Italia ad allinearsi agli altri Paesi europei. Già nel 2020, infatti, Spagna e Francia avevano superato il 40% a fronte di un obiettivo, fissato dall’Ue, del 33%. Obiettivo dal quale l’Italia, con i suoi 361.318 posti dell’anno scolastico 2019-2020, era ben lontana. Ma i dati sul nostro Paese nascondono anche grossi divari territoriali, con alcune regioni, soprattutto nel Nord, che hanno già valori superiori al 30% mentre al Sud il tasso di copertura spesso si attesta a poco più del 10%. Così, se Emilia-Romagna, Toscana, Lazio superano addirittura il target europeo, Campania, Calabria e Sicilia si collocano tra il 10 e il 12%.

Ma non è solo una questione di posti disponibili. A rendere ancora più complicata la situazione italiana è l’eterogeneità dell’offerta di asili nido pubblici. In molte regioni meridionali, i posti messi a disposizione dallo Stato non rappresentano neanche la metà del totale. Con la Calabria fanalino di coda: l’offerta pubblica costituisce circa il 28% dell’offerta complessiva. Insomma, in molti casi si è costretti a ricorrere agli asili privati. Tutti aspetti sui quali il Pnrr interviene, destinando al Sud la maggior parte dei nuovi posti. Un elemento che, secondo l’Osservatorio sui conti pubblici, contribuirà a ridurre “gli attuali profondi divari territoriali nella distribuzione di asili nido”.

Nello specifico, il Pnrr dedica alla costruzione di strutture per bambini sotto i sei anni e al loro funzionamento 4,6 miliardi di euro. In particolare, ci sono 700 milioni per i nido (previsti nel 2020) a cui si aggiungono 2,4 miliardi stanziati a fine 2021, 600 milioni di euro per le materne e 900 milioni per la spesa per il personale. L’obiettivo, al 2025, è quello di creare 264.480 nuovi posti per asili nido e scuole per l’infanzia. Per ridurre i divari territoriali, i 2,4 miliardi di euro sono ripartiti tra i comuni secondo due criteri: 1,8 miliardi, il 75% delle risorse, in base alla carenza nel numero di posti di asili nido; 600 milioni (25%) in base alla popolazione tra 0 e 2 anni stimata al 2035. In questo modo, il 55,3% di quanto stanziato è stato assegnato al Sud, benché le regioni meridionali contino soltanto per il 34% della popolazione al di sotto dei due anni. Secondo l’Ocp, il totale destinato agli asili nido, pari a 3,1 miliardi di euro, porterebbe “il tasso di copertura dal 26,6 per cento nel 2019 al 45,5 per cento entro il 2025”.

Purtroppo, però, sarà molto difficile centrare questo obiettivo. Il bando che assegnava i 2,4 miliardi di euro, scaduto il 28 febbraio, è stato prorogato al 31 marzo perché le domande presentate per ottenere i finanziamenti per gli asili nido non coprivano il totale delle risorse stanziate. Le richieste da parte dei Comuni, a cui spettava presentare le istanze, sono state pari soltanto a 1,2 miliardi. E a incidere in modo negativo sull’esito del bando sono state le regioni del Sud. Le domande inoltrate da Sicilia, Campania e Calabria, infatti, erano inferiori alle risorse disponibili del 26, del 36 del 50%, rispettivamente. “Una possibile causa del mancato invio di schede progettuali per la costruzione di posti di asili nido potrebbe essere stata la scarsa esperienza di alcuni comuni, specie quelli al Sud, nella gestione di asili nido” scrive l’Osservatorio sui conti pubblici.

Al fine di aiutare gli enti locali nella fase di redazione dei programmi di spesa è stata creata una task force di esperti dell’Agenzia per la Coesione. Inoltre, per scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti europei, è stata varata la proroga del bando al 31 marzo. In questo modo, “le richieste pervenute sono salite a 2 miliardi, solo 400 milioni sotto l’obiettivo” e il tasso di copertura è arrivato al 43,4%, non troppo al di sotto del target del 45,5%. Le risorse avanzate, saranno destinate, scrive il Miur, “all’ulteriore finanziamento delle candidature già pervenute nell’ambito del bando Pnrr per l’incremento dei poli dell’infanzia per la fascia 0-6 anni”.

In pratica, una parte dei 400 milioni non ancora assegnati potrà andare a vantaggio delle scuole materne mentre 70 milioni saranno destinati agli asili nido in un bando, riservato ai Comuni delle del Sud Italia (con priorità a Basilicata, Molise, Sicilia), con scadenza a fine maggio. Se si riuscisse a utilizzare completamente questi 70 milioni, il tasso di copertura salirebbe al 43,8%. “Desta comunque preoccupazione il fatto che problemi siano già emersi nella fase che sembrerebbe la più semplice, quella della espressione di interesse nel ricevere i fondi” conclude l’Ocp.