Arriva l'inverno, ma manca il gas. E l'Europa trema. Ci aspettano mesi difficili

I prezzi alle stelle e i volumi al ribasso fanno paura. Scorte comuni al vaglio, ma potrebbero non bastare

Ursula von der Leyen con Vladimir Putin

Ursula von der Leyen con Vladimir Putin

Ci aspetta un inverno difficile. "L’aumento dei prezzi del gas dovrebbe scendere gradualmente dalla primavera dell’anno prossimo, in base alle stime, ma il momento cruciale sarà l’inverno", ha ammonito la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, in audizione all’Europarlamento. Si avvicina la stagione fredda e l’Europa è "corta" di gas naturale, complice la crisi delle forniture che ha fatto salire i prezzi ai massimi storici. In media siamo ai livelli di scorte più bassi degli ultimi cinque anni e questo potrebbe portare a nuovi aumenti. "Siamo a un 77% di scorte in Europa, una riserva adeguata per coprire una domanda normale. Se ci sarà un inverno particolarmente rigido e delle interruzioni non previste nelle forniture avremo bisogno di volumi più alti", ha detto Simson.

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In tutto questo, i prezzi continuano a salire: in Italia il costo dell’elettricità si è impennato di un altro 12% rispetto a una settimana fa e anche la benzina ha una media di 1,7 euro al litro. La cassetta degli attrezzi con gli strumenti a disposizione degli Stati membri per mitigare l’impatto della corsa dei prezzi sarà sul tavolo dei leader Ue al Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre. La Commissione esaminerà i possibili benefici di acquisti e stoccaggi comuni, a condizione che siano volontari e rispettino le regole della concorrenza. Ma Bruxelles vuole anche sviluppare una maggiore autonomia energetica per il futuro, con la transizione verde che ci consentirà di ridurre la dipendenza dai fornitori extra-Ue, a cominciare dalla Russia.

Il caro gas, intanto, spinge la domanda globale di petrolio: l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha rivisto al rialzo le sue stime per la domanda globale di greggio, che dovrebbe raggiungere i 99,6 milioni di barili alla fine dell’anno prossimo.

L’Aie scommette che ci sarà una forte richiesta di greggio per sostituire il gas, ma avverte che questo potrebbe alimentare l’inflazione, perché anche il prezzo dell’oro nero continua a salire, con il Brent che ha sfondato gli 84 dollari e il Wti gli 81. La Cina, proprio alla vigilia della Cop 26 di Glasgow, si butta sul carbone e mette in secondo piano il suo calendario per ridurre le emissioni. Nel vertice mondiale sul clima si sperava in un accordo sull’eliminazione del carbone. Ma il mondo non aveva fatto i conti con la crisi del gas.