Roma, 3 luglio 20205 – La Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera definitivo alla legge di bilancio voluta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In via libera è arrivato con 218 voti favorevoli e 214 contrari, dopo una situazione di stallo alla Camera degli Stati Uniti d’America sulla manovra di Donald Trump, da lui stessa ribattezzata "One Big Beautiful Bill" Act. E, anche se Trump parlava di un voto “facile”, i repubblicani non trovavano la quadra e il voto slittava con lo speaker della Camera, Mike Johnson, impegnato a convincere tutti i deputati a votare il budget che è uscito dal Senato. L’obiettivo di portarlo sul tavolo del presidente entro il 4 luglio, Independence Day è dunque riuscito. La corsa simbolica verso la scadenza del 4 luglio è entrata nel vivo con il “Big, Beautifull Bill”, il BBB, la manovra finanziaria di Donald Trump, aveva ottenuto un ok millimetrico al Senato il 1° luglio scorso, quando il documento è passato per 51 voti contro 50 grazie al voto del vicepresidente Vance.

E nella notte italiana Trump ha affermato: “Il big, beautiful bill lancerà gli Stati Uniti come un razzo”. Lo ha detto commentando la sua legge di spesa prima di partire per l'Iowa. “È il più grande provvedimento di spesa nella storia”, ha aggiunto.
Ma cosa prevede il BBB che divide tanto? Intanto, i numeri sono imponenti. Il Congressional Budget Office (CBO), organo apartitico del Congresso Usa, ha calcolato che il Bill passato al Senato potrebbe aumentare di 3.400 miliardi di dollari il debito pubblico americano tra 2025 e 2034. E questo in ragione di sgravi fiscali tra i 3.400 e i 4.000 miliardi a fronte di tagli della spesa pubblica per circa 1.000 miliardi di dollari che impattano principalmente sul welfare. Numeri che impongono il più grande incremento del tetto al debito pubblico mai chiesto negli Stati Uniti, pari a 5.000 miliardi di dollari; e il deficit degli Stati Uniti l’anno scorso è stato di circa 1.900 miliardi, circa il 6,5% del Pil, e che ha costretto a una spesa per interessi pari a 1.130 miliardi. Nel 2024 gli Stati Uniti hanno registrato un Pil di circa 29.200 miliardi di dollari in crescita del 2,8% con un debito pubblico che ammonta a circa 36.200 miliardi, circa il 124% del Pil. Ora, che cosa propone il BBB di Trump? In primo luogo tagli delle tasse. Si tratta di un’estensione del Tax Cuts and Jobs Act del 2017 della prima amministrazione Trump e se ne dovrebbero avvantaggiare soprattutto i più ricchi anche tramite importanti deduzioni su investimenti per le imprese. In generale aumenteranno le deduzioni (6mila dollari per i pensionati) e aumenterà il credito fiscale per i figli a 2.200 dollari dal 2026. Scatterebbe anche una deduzione (temporanea) per i prestiti per l’acquisto di auto, aumenterebbe al 50% la detrazione per badanti e babysitter mentre vengono totalmente eliminati i crediti fiscali sulle rinnovabili e i veicoli “green”, cosa che ha fatto infuriare Musk.
Con quali effetti? Essenzialmente regressivi, a vantaggio delle classi più abbienti, con un aumento delle differenze sociali – come mette in luce lo studio condotto dal Budget Model del Penn Wharton dell’University of Pennsylvania – a seguito degli interventi previsti: soltanto il 10% più ricco della popolazione (che oggi paga il 70% delle tasse federali) riceverà l’80% dei benefici economici del BBB. Secondo lo studio, il quinto meno ricco, quello con un reddito da 0 a 18mila dollari l’anno, nel 2027 perderà con le nuove norme 165 dollari, che diventeranno 885 dollari nel 2030 e 1.305 dollari nel 2033. I redditi fino a 53mila dollari perderebbero 1.090 dollari nel 2030 e 1.520 dollari nel 2033. Dal lato opposto, i ricchi con reddito tra 1,02 e 4,45 milioni di dollari (l’1% della popolazione circa) guadagneranno da queste leggi 36.700 dollari nel 2027, 27.195 dollari nel 2030 e 29.505 dollari nel 2033. Lo 0,1% della popolazione Usa con reddito sopra i 4,45 milioni guadagnerebbe 301mila dollari nel 2027, 72.885 nel 2030. Il taglio della spesa pubblica colpirà in gran parte la spesa sociale, a partire dai servizi del Medicaid e persino dai buoni pasto SNAP - Supplemental Nutrition Assistance Program, più comunemente noto come Food Stamp Program, un programma federale di assistenza che fornisce aiuto e sostegno nell’acquisto di generi alimentari ai nuclei famigliari al di sotto della soglia di povertà o del tutto prive di reddito e residenti negli Stati Uniti – è considerato uno degli interventi più socialmente dirompenti delle manovre proposte. Dei buoni pasto (food stamp) che coprivano 41,7 milioni di persone a febbraio nella nazione più ricca del mondo, potrebbe saltarne un quinto, il 20% a seguito di vari interventi sui requisiti di eleggibilità per i benefici e sulle modalità di calcolo. Peraltro, non si tratta di pasti “gratis” perché per ottenerli bisogna dimostrare di lavorare o fare volontariato per almeno 20 ore a settimana. Complessivamente, la “social security” copre il 21% delle spese federali (6.750 miliardi) mentre il 14% va al medicare (assicurazioni per la salute) e alla spesa per gli interessi sul debito, poi c’è il 13% della salute e il 13% della Difesa nazionale. L’intervento più duro del BBB sarebbe probabilmente sul Medicaid, il programma pubblico che garantisce un’assicurazione sanitaria a oltre 71 milioni di americani a basso reddito. Secondo il CBO i tagli previsti al Medicaid e all’Affordable Care Act potrebbero togliere la copertura sanitaria a quasi 10,5 milioni di americani entro il 2034. Secondo i calcoli del CBO, il 10% più povero degli americani potrebbe vedere le risorse economiche familiari diminuire del 2% nel 2027 e del 4% nel 2033 soprattutto a causa dei tagli a Medicaid e SNAP, mentre il 10% della popolazione più ricca dovrebbe accrescere le entrate del 4% nel 2027 e del 2% nel 2033. Un effetto che viene fortemente dibattuta nella Camera del Congresso degli Stati Uniti.