Giovedì 18 Aprile 2024

Anas batte cassa: all’asta le case cantoniere

Nuovo tentativo dopo i flop del passato. Potranno ospitare ristoranti e stazioni di ricarica, ma conservando colori e strutture originarie

Una casa cantoniera

Una casa cantoniera

Inconfondibili, per il tipico colore rosso pompeiano, da sempre le Case cantoniere sono il simbolo della storia dell’Anas. E per quasi due secoli hanno fatto da sentinelle alle strade statali italiane. Da quando, il 13 aprile 1830, con un Regio Decreto, il re di Sardegna Carlo Felice istituì la figura del cantoniere, affidandogli il compito di manutenere e controllare un "cantone" della strada, un tratto di 3-4 chilometri. Per svolgere questi incarichi i cantonieri dovevano abitare in case ai margini di ciascun cantone. Lo hanno fatto per 150 anni fino a quando, era il 1982, con il ’Regolamento dei Cantonieri’ venne cancellato il vecchio concetto di cantone e introdotto quello di "squadre, nuclei e centri di manutenzione", dotati di personale e mezzi.

Se non ci sono più i vecchi cantonieri, sono rimaste però le case: 1.280. E una parte di queste saranno messe all’asta.

La società Anas, ora del gruppo Fs Italiane, che gestisce oltre 30mila chilometri di rete stradale e autostradale, ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un bando per l’assegnazione di 100 case cantoniere, di cui 12 in Lombardia, 7 in Toscana, 5 in Emilia Romagna e 2 nelle Marche. "Questa operazione – spiega l’ad di Anas Massimo Simonini – si inserisce nell’ottica della riqualificazione, dell’accessibilità e della fruizione degli immobili di Anas. Attraverso il recupero di questi edifici vogliamo promuovere un modello di sviluppo sostenibile in termini ambientali e socio economici, rivitalizzando l’economia locale e i suoi microsistemi industriali, incentivando un turismo di qualità".

Già in passato Anas aveva provato a costruire un nuovo futuro per le case cantoniere, ma senza successo. Questa volta ci riprova contando sui riscontri positivi. Il bando, in linea con il progetto "Valore Paese Italia", fa seguito a una manifestazione di interesse, condotta lo scorso autunno. Tra le proposte pervenute, oltre un centinaio (il 41% da società, il 31% da privati, il 15% da enti, amministrazioni pubbliche e Protezione civile, l’8% da associazioni e cooperative e il restante 5% da aziende agricole) si sono dimostrate di valore.

In linea con gli strumenti urbanistici si prevede così di realizzare nelle case cantoniere attività ricettive di qualità e funzioni complementari come ristorazione, bar,, centri informativi e didattici, stazioni per la ricarica dei veicoli elettrici.

Nella trasformazione degli immobili sono previsti dal bando – le domande vanno presentate entro le ore 12 del 15 giugno su https:acquisti.stradeanas.it) – la conservazione dei manufatti originari (compreso il rosso pompeiano e la targa Anas) e l’utilizzo di materiali ecocompatibili. Ma quanto costerà aprire un bar o un ristorante in una casa cantoniera? Il valore della concessione (ventennale in genere) dipenderà da casa a casa – dai metri quadri alla località – e verrà scontato dai costi di ristrutturazione.

 

 

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