Giovedì 18 Aprile 2024

Amazon nel mirino Ue: distorce la concorrenza

Nuova indagine dell’Antitrust sul gigante dell’e-commerce. Vestager: "Uso improprio dei dati dei venditori"

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di Elena Comelli

Dopo Google e Apple, è l’ora di Amazon. La Commissione Ue ha annunciato ieri l’avvio di una procedura e di un’indagine per violazione delle regole sulla concorrenza e possibile abuso di posizione dominante a carico dell’azienda di Jeff Bezos, la più importante al mondo nel campo delle vendite online. Ad annunciarlo Margrethe Vestager, che ha la delega alla concorrenza ed è nota per i suoi tentativi di fare da contrappeso allo strapotere delle grandi piattaforme digitali. Il colosso dell’ecommerce è finito nel mirino di Bruxelles per l’uso che fa dei dati dei rivenditori. La tesi dell’Antitrust Ue è che la multinazionale li adoperi a proprio vantaggio, per competere contro i terzi che sfruttano la vetrina online, dando priorità ai propri prodotti.

Sotto la lente c’è la doppia natura di Amazon. Da un lato la piattaforma offre a terzi uno spazio dove vendere online i propri prodotti e dall’altro è venditrice a sua volta. Secondo la Commissione, che indaga sulla creatura di Jeff Bezos da 2 anni almeno, il gruppo utilizzerebbe le informazioni che raccoglie sui rivenditori per essere più competitivo agli occhi del cliente. Un vantaggio che gli uffici della Vestager considerano indebito e a cui vogliono porre rimedio, nell’ambito di un processo per riequilibrare il mercato tra grandi operatori e piccole e medie imprese. La Commissione ha aperto un nuovo fascicolo sui dati sensibili in luglio, ha ricordato la Vestager, e la conclusione è che Amazon ne abbia fatto un’uso illegale in Germania e Francia.

Il colosso Usa ha subito reagito. "Non siamo d’accordo con le affermazioni preliminari della Commissione europea e continueremo a impegnarci per assicurare un’accurata comprensione dei fatti", ha annunciato in una nota. E ha aggiunto: "Nessuna azienda più di Amazon si occupa delle piccole imprese o ha fatto di più per supportarle negli ultimi due decenni. Ci sono più di 150mila aziende europee che vendono attraverso i nostri store, le quali generano decine di miliardi di euro di ricavi ogni anno e hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro".

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