Alluvione, risorse anti dissesto: tre miliardi dal Pnrr. Ma i progetti già avviati valgono solo un terzo

L’Emilia-Romagna è la regione con più fondi, quasi il 10 per cento del totale. Mezzo miliardo per il monitoraggio nazionale: partirà nel settembre 2024

Roma, 21 maggio 2023 – Una dote di 3 miliardi di euro contro frane, valanghe ed esondazioni. Obiettivo: ridurre fortemente i rischi per almeno 1 milione e mezzo di italiani, più o meno il 30% di quelli che, secondo i dati di Legambiente, vivono con gli stessi pericoli che hanno coinvolto in questi giorni i cittadini dell’Emilia-Romagna. Soldi che il governo ha inserito nell’elenco di opere finanziabili con il Pnrr e, quindi, da completare entro il 2026. E, secondo i dati a disposizione, è proprio l’Emilia-Romagna a fare la parte del leone nell’assegnazione dei fondi. Con un’avvertenza, però: nella classifica delle province, fanalino di coda è paradossalmente quella di Ravenna, tra le più colpite dall’ultima drammatica alluvione. Ma a che punto è il piano? E che cosa è stato fatto fino ad ora?

Alluvione in Emilia Romagna
Alluvione in Emilia Romagna

Dai Fondi Nazionali al Pnrr

Un documento del ministero dell’Ambiente, aggiornato al 19 maggio scorso, rivela che i fondi a disposizione contro il dissesto idrogeologico, contenuti nella “Missione 4-Componente 4 del Pnrr“ dedicata alla “Tutela del Territorio e della risorsa idrica“, si attestano sui 2,987 miliardi. Soldi finalizzati, si legge nel piano, "a mitigare e gestire meglio il rischio idrogeologico del nostro Paese, che negli ultimi anni è aumentato". Ma attenzione: oltre il 60% dei progetti, per complessivi 1,687 miliardi, era già stato approvato e finanziato con risorse nazionali. Ora il ministero dell’Economia sta spostando i relativi capitoli di spesa nell’elenco degli interventi finanziabili con i fondi europei.

Gli interventi anti-alluvione

Per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione di quello idrogeologico sono stati stanziati circa 2,5 miliardi di euro. Di questi, 1,687 miliardi sono stati finanziati con risorse nazionali e saranno, progressivamente, coperti con i fondi del Pnrr. I soggetti attuatori, beneficiari dell’investimento, sono le Regioni, in qualità di Commissari di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, e le province autonome. Ma a che punto sono i progetti? A luglio 2022 si è chiusa la prima ricognizione con le Regioni e sono stati individuati 667 progetti già avviati con altri fondi e coerenti con il Pnrr per 1,148 miliardi di euro, di cui 541 milioni coperti con fondi nazionali. Le verifiche tecniche per l’inclusione delle opere nel Pnrr è ancora in corso. Ma, precisa il ministero dell’Ambiente, "i progetti continuano la loro attuazione senza soluzione di continuità, in quanto la valutazione di coerenza opera solo ai fini contabili".

La ripartizione delle risorse

La Regione che attualmente dispone della quota maggiore di risorse è proprio l’Emilia-Romagna, con un importo complessivo di 228 milioni di euro, con una prevalenza, anche a livello comunale, dell’Emilia sulla Romagna. La provincia che ha chiesto più fondi è infatti Parma, con 48 milioni, seguita da quella di Modena (37 milioni) e Forlì-Cesena (29,6 milioni), la più colpita dall’alluvione. Nelle ultime posizioni della classifica anche Bologna e Ravenna, rispettivamente con 22 e 15 milioni di euro di richieste.

Previsioni con droni e satelliti

La seconda voce di finanziamento del piano è dedicata alla realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione. Costo complessivo: 500 milioni. Si tratta di una struttura tecnologica avanzata e che potrà contare su droni, satelliti, sofisticate reti di telecomunicazioni e avveniristici centri di controllo. Il 19 luglio 2022 è stata approvata la proposta di aggiudicazione della gara per l’acquisizione del servizio per la redazione del progetto preliminare. Il 15 settembre sono stati sottoscritti il contratto con il fornitore e il decreto di approvazione delle risorse e il 4 ottobre si è cominciato a mettere mano al piano di qualità e dei lavori. Il 23 febbraio scorso c’è stato, infine, il via libera ai progetti che saranno messi in gara. L’obiettivo è di avere in funzione entro settembre 2024 almeno la parte relativa alla previsione e al monitoraggio dei rischi idrogeologici.

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