Venerdì 19 Aprile 2024

All’Italia serve il terzo polo bancario

Bruno

Villois

Il sistema socio-economico nostrano si deve preparare ad una sfida tra le più complicate di sempre: risalire la china non solo del dopo pandemia ma anche degli ultimi 20 anni in cui la crescita complessiva del nostro Pil è stata intorno all’8%, contro oltre il 30% di Francia e Germania e ben più di 50% per la Spagna. A fare la differenza, oltre ai 240 miliardi del Recovery Plan, sarà la forza del sistema creditizio, la sua patrimonializzazione e i parametri fondamentali, in modo da riuscire a definire un sostegno pari almeno a quello del Recovery. Ad oggi una sola banca, Intesa, primeggia in tutte le componenti citate, tanto da essere ritenuta ai primi posti delle classifiche continentali, pur avendo una internazionalizzazione molto limitata. A seguire, nettamente distanziata, ma con presenza internazionale più rilevante, è Unicredit. In terza posizione l’ambitissimo Banco Bpm, molto distanziato anche da Unicredit, ma completamento risanato e con indici di solvibilità più che buoni.

Non a caso è il più ambito per essere acquisito e contemporaneamente punta ad acquisire o fondersi, in primis con Bper, istituto emiliano con mire nazionali, fondamentali in ordine e in continuo miglioramento. Il matrimonio tra le due Popolari porterebbe ad un terzo polo, distanziato dalle prime due della classe, ma in grado di rappresentare una banca ideale per la clientela italiana, sia business che famiglie. Questo polo potrebbe partecipare ad ogni intervento finanziario di grandi dimensioni, insieme alle due maggiori banche. Chiudere il risiko, forse definitivo per il credito, con la nascita di un terzo polo, sarebbe un bel segnale per tutti.

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