Martedì 16 Aprile 2024

Chi è Ajay Banga, il futuro capo della Banca mondiale

La carriera del "ragazzo made in India" e i suoi progetti per fronteggiare l'emergenza climatica

Ajay Banga: chi è il (possibile) nuovo presidente della Banca Mondiale

Ajay Banga: chi è il (possibile) nuovo presidente della Banca Mondiale

Il nuovo presidente della Banca Mondiale, se tutto va bene, sarà Ajay Banga. L'ex capo di Mastercard, candidato dal presidente americano Joe Biden, dovrebbe essere nominato alla fine di marzo e cominciare il suo mandato all'inizio di maggio.

Il candidato, 63 anni, dovrà affrontare il compito gigantesco di riorientare la missione della banca, dalla burocrazia goffa e poco collaborativa, verso la transizione ecologica, in un contesto internazionale sempre più litigioso. L'istituto di credito multilaterale, istituito in seguito all'accordo di Bretton Woods del 1944, ha attirato in questi anni continue critiche da parte delle nazioni più piccole e povere, che cercano aiuto per pagare le devastazioni dell'emergenza climatica. I paesi ricchi stanno spingendo la banca a offrire finanziamenti agevolati per i progetti climatici, che saranno la chiave di volta per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima, e a impegnarsi in una maggiore mobilitazione di finanziamenti privati in questa direzione.

L'improvvisa uscita di David Malpass, nominato da Donald Trump, ha fornito un'apertura agli Stati Uniti - che in genere scelgono il leader della banca - per insediare un leader più sensibile a questi temi. Banga, nato in India e amato da Wall Street, ha una grande senisbilità ambientale, ma non è un esperto di finanza verde. Al suo attivo ha soprattutto grandi dichiarazioni d'intenti.

Nel 2020, l'allora amministratore delegato di Mastercard lanciò una chiamata alle armi aziendale sul sito web della società: "Non credo che ci sia bisogno di spiegare perché è necessario agire contro l'emergenza climatica", era l'incipit della lettera ai dipendenti. “Ettari di foreste sono in fiamme in qualsiasi momento. Trilioni di tonnellate di ghiaccio glaciale si stanno sciogliendo. Le temperature sono in aumento". E poi annunciava l'impegno di Mastercard di piantare 100 milioni di alberi. "La considero una piattaforma per unire gli sforzi di sostenibilità aziendale e fare investimenti significativi per preservare l'ambiente", sottolineò. Naturalizzato statunitense, Banga si dichiara un "ragazzo Made in India": ha studiato economia all'Università di Delhi prima di lavorare per Nestlé e poi lanciare in India Pizza Hut e Kfc. Nel 1996 è entrato a far parte di Citigroup, diventando infine amministratore delegato della sua attività Asia-Pacifico, prima di entrare in Mastercard nel 2009, di cui è diventato amministratore delegato nel 2010. Ampiamente apprezzato, è descritto da coloro che lo conoscono come umile e disponibile, un buon ascoltatore dei dipendenti con un tocco personale.

E' considerato anche molto abile negli affari: durante la sua permanenza in Mastercard ha triplicato i ricavi, aumentato di sei volte l'utile netto e aumentato la capitalizzazione di mercato da meno di 30 miliardi a oltre 300 miliardi di dollari. Negli ultimi anni, Banga è stato presidente della holding di investimenti Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli, che ha una quota di Stellantis e controlla il gruppo Gedi, editore di Repubblica, oltre all'Economist e alla Juventus. Nessuna esperienza, quindi, nella finanza verde. I suoi incarichi sollevano qualche dubbio nel mondo dello sviluppo sostenibile. Piantare alberi e tagliare la plastica monouso nella mensa aziendale va bene, ma implementare investimenti per il clima nei Paesi in via di sviluppo è tutta un'altra questione. Rivedere con successo l'approccio della Banca Mondiale sull'emergenza climatica significherà adottare alcune misure molto spinose proposte dal G20 dell'anno scorso e affrontare un processo molto tecnico di rivoluzionare le valutazioni nei rischi finanziari, un processo che potrebbe influenzare anche il resto del mondo del credito. I sostenitori di Banga sperano che la sua esperienza a Wall Street gli tornerà utile per trasformare la Banca e per attrarre maggiori finanziamenti dal settore privato.

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