Giovedì 18 Aprile 2024

Un ‘gin cattivo’ nella bottiglia di vetro ad alta sostenibilità

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TRADIZIONE, innovazione e, soprattutto, tenacia. Sono gli ingredienti del successo del marchio di liquori Bad Spirits, prodotto a Calderara di Reno (Bologna) dall’azienda di Andrea e Alessandro De Cinque (nella foto in basso), padre e figlio. La storia inizia con la passione di Andrea per la distillazione dei liquori e prosegue nel 2015, quando, con Alessandro, fonda la ‘Virus’, per dare vita a liquori artigianali di alta qualità. Da lì è un continuo evolversi che li porterà a risultati insperati. "Negli ultimi anni – spiega Alessandro – siamo cresciuti, ci siamo trasformati e ampliati e oggi siamo in campo con prodotti di eccellenza, naturali e dai sapori unici: dal gin all’amaro, alla vodka. Parallelamente abbiamo sviluppato un canale di business che permette alle aziende la produzione in conto terzi dei liquori, personalizzati in base alle loro esigenze. Una sola cosa – assicura – è rimasta invariata: abbiamo sempre fatto della qualità il nostro punto di forza, utilizzando solo alcool di grano di cereali a tripla distillazione e aromi naturali e senza allergeni".

Nel 2018, Andrea e Alessandro scoprono alcune vecchie ricette lasciate dal nonno paterno Ferdinando, un farmacista con la passione dei liquori, e decidono di ricrearle. Dopo oltre un anno e tante prove, realizzano due dei prodotti di cui vanno più fieri: ‘Ferdinando De Cinque Gin’ e ‘Amaro 1904’. Successivamente, danno vita a uno dei loro liquori più amati: il ‘Bad Gin’, dedicato a Bologna, con la serigrafia della città delle Due Torri incisa sulla bottiglia senza etichetta. Una bottiglia che piace immensamente ai clienti: molti la conservano, altri chiedono di acquistarla. Così, nasce l’idea di un progetto ad alta sostenibilità ambientale. "Abbiamo pensato – racconta Alessandro – di riciclare le bottiglie, realizzate con vetro molto pregiato. I clienti ce le restituiscono e noi riconosciamo loro un incentivo. Siamo partiti su Bologna per testare un progetto inedito in Italia, ma vorremo espanderlo anche nelle altre regioni. Una soluzione utile anche in questi tempi di crisi energetica, in cui i forni che producono il vetro, estremamente energivori, sono in difficoltà e le forniture più difficili".

La novità del 2022 è il lancio della ‘Sambuca sbagliata’, "un prodotto che piace anche a chi non piace la sambuca" nato per caso da un errore nei dosaggi da parte di Alessandro De Cinque, in cui l’anice stellato prende il posto del finocchio, c’è molto meno zucchero rispetto alla ricetta tradizionale e anche un goccio di arancia.

Paola Benedetta Manca