Mercoledì 24 Aprile 2024

Tecnologie digitali in campo per sviluppare l’agricoltura 4.0

"MAKING AGRITECH SUSTAINABLE" è il motto di Agricolus, startup innovativa nata nel 2017 a Perugia. L’azienda, che ha a cuore la sostenbilità e che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi sottoscritti dall’Agenda 2030, sviluppa soluzioni per l’Agricoltura 4.0, ossia quel modello di agricoltura che consente di ottimizzare i processi produttivi utilizzando tecnologie digitali in modo interconnesso. Agricolus si pone l’obiettivo di supportare le aziende agricole e i professionisti del settore nel semplificare e valorizzare il lavoro in campo, specie in un periodo storico in cui il cambiamento climatico può compromettere il raccolto o far sentire impreparato l’agricoltore di fronte all’insorgere di repentine difficoltà. "La rivoluzione agricola che vediamo negli ultimi anni – spega il Ceo Andrea Cruciani – è dovuta a bisogni di mercato ma anche agroclimatici: meno acqua, meno colture. Tutto questo non fa sentire pronto l’agricoltore. Abbiamo quindi deciso di fornigli gli strumenti per capire come affrontare il cambiamento".

Come nasce l’idea di applicare innovazioni tecnologiche all’agricoltura?

"In America queste innovazioni erano già utilizzate da molto tempo. Nel nostro continente non si erano ancora sviluppate. Siamo stati tra i primi in Europa ad implementare, in maniera sistematica, tecnologie di Precision Farming , ossia quell’insieme di tecnologie che permette di individuare cosa, quando e come agire in relazione alle reali necessità delle proprie colture. Negli ultimi anni si è cercato di digitalizzare l’agricoltura, ma lo si è fatto a macchia di leopardo. In realtà la digitializzazione dell’agricoltura è un processo completo e organizzato di ammodernamento dell’azienda, che deve stare al passo con i tempi e con i problemi più attuali, come la carenza idrica".

Si tratta di un lavoro complesso. Ci deve essere un grande studio e un grande amore per l’agricoltura alla base di tutto.

"Questo certamente. È partito tutto da un gruppo di fondatori che hanno attuato le prime sperimentazioni e le prime adozioni satellitari e geografiche di modellistica. Queste nozioni sono state poi reimplementate fino a creare un primo nucleo del prodotto. Già nel 2014 avevamo acquisito i primi clienti, ma abbiamo voluto fare un passo in più, creando una piattaforma che potesse essere usata da un numero maggiore di utenti. Così nel 2017 abbiamo fondato la startup Agricolus".

Come si presenta la vostra piattaforma?

"È una piattaforma con tanti moduli e tante competenze, che possono essere adatte sia in generale a tutte le colture, sia ad alcune più specifiche come il pomodoro o la vite. Al suo interno si trovano modelli, strumenti, come dati satellitari, mappature dei campi o dati di integrazione con macchinari".

In che modo la piattaforma riesce a ricavare i dati dalle colture?

"La piattaforma è di fatto un digital twin dell’agricoltura. Va quindi ad immagazzinare informazioni da macchine, sensori o dallo stesso agricoltore. Così riesce a registrare ciò che avviene in campo e, integrando i dati dalla diverse fonti, formulare un consiglio agronomico".

Tra le soluzioni offerte, qual è quella che va per la maggiore?

"Sicuramente Agricolus Observa. È la soluzione adatta per le aziende agricole che cercano un valido aiuto per la gestione e il monitoraggio delle colture. Il focus è sulle immagini satellitari e la raccolta dati in campo. Fornisce risultati ottimali per orticole, cereali e tutte le colture erbacee. Ma funzionano molto bene anche le soluzione verticali, riferite a precise colture, come quelle della vite, dell’ulivo o del tabacco".

E se un agricoltore non riuscisse ad utilizzarla e avesse bisogno di supporto?

"Il nostro obiettivo è di rendere la piattaforma il più semplice possibile, anche se complessi sono i meccanismi che vi sono dietro. Da ricordare che queste tecnologie sono nuove per gli agricoltori, non le conoscono al meglio. Per questa ragione abbiamo avviato la Agricolus Academy, perché pensiamo che sia importante attuare un trasferimento di conoscenza, aiutando gli agronomi, gli agricoltori e tutti gli stakeholder a comprendere come utilizzare al meglio la piattaforma".

Com’è impostata l’Agricolus Academy?

"Non si tratta di un atto informativo unico, ma è un percorso strutturato. La maggior parte dei nostri corsi sono gratuiti, e si trovano sia in versione online, sia come lezioni frontali. Abbiamo avviato anche alcuni webinar. Importante per noi è anche l’idea del ripasso, per questo offriamo ai nostri clienti la possibilità di rinfrescare le loro conoscenze attarverso corsi d’aggiornamento".

In quanti paesi è disponibile la vostra piattaforma?

"Al momento in 70 paesi, ed è fruibile in 8 lingue diverse. La nostra è un’azienda che punta molto sulla traineeship multiculturale, infatti più volte ci è capitato di ospitare ricercatori che hanno poi scelto di fermarsi a lavorare qui con noi. Anche noi abbiamo dipendenti in diverse nazioni europee, come Spagna, Grecia, Estonia".

Quali sono i progetti per il futuro?

"Abbiamo partecipato a più di 15 progetti europei, alcuni chiusi, alcuni in corso, grazie ai quali testiamo le nostre nuove tecnologie che vengono poi aggiunte alla piattaforma. Stiamo partecipando ad un progetto europeo che ha come tema centrale la scarsità idrica. Ma da novembre partirà un nuovo e importante progetto con L’Agenzia spaziale europea".