Giovedì 25 Aprile 2024

Siccità e rincari: la dura stagione dell’"oro rosso" Made in Italy

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LA PRODUZIONE DI POLPE, passate e pelati, ossia l’oro rosso made in Italy, ha risentito quest’anno del clima pazzo estivo tra siccità e alte temperature. Si è prodotto di meno e quindi si è trasformato di meno, poi è arrivata la mazzata dei costi di produzione impazziti (energia ma non solo), insieme ad altri problemi che si trascinano come la crescente difficoltà nel reclutamento di manodopera stagionale e la mancanza di profili tecnici specializzati.

I numeri. Nella campagna di trasformazione 2022 appena conclusa in Italia sono state trasformate (dati Anicav, l’associazione delle industrie conserviere) circa 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro, con una riduzione del 10% rispetto ai risultati record dello scorso anno. Un dato che, sostanzialmente, riflette quello relativo agli ettari investiti pari a 65.180 (-8,5% rispetto al 2021), di cui 37.024 al Nord e 28.156 al Centro Sud. In particolare, nel Bacino Centro Sud le aziende hanno trasformato 2,59 milioni di tonnellate - con un decremento del 12% rispetto al 2021 - mentre in quello del Nord il trasformato finale è stato di 2.89 milioni di tonnellate (-6.3% rispetto allo scorso anno). Buone le rese agricole in entrambi i bacini produttivi; sul fronte delle rese industriali si è registrato invece un peggioramento con la necessità di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire i nostri elevati standard qualitativi.

Spiega Marco Serafini, presidente Anicav: "È necessario che il nostro comparto, che rappresenta, per qualità e dimensioni, un’eccellenza dell’industria agroalimentare italiana, assuma una posizione strategica nelle politiche di sviluppo di settore e faccia sentire in maniera incisiva la propria voce. Per questo abbiamo ritenuto indispensabile definire un’agenda programmatica condivisa da sottoporre al nuovo Governo". "Immaginavamo una campagna di trasformazione difficile – incalza il direttore Anicav, Giovanni De Angelis (nella foto a destra) – ma la realtà è stata di gran lunga peggiore delle nostre aspettative. Come più volte denunciato negli ultimi mesi il comparto è stato letteralmente messo in ginocchio dall’aumento dei costi di produzione del tutto fuori controllo, in particolare l’energia. L’incidenza di questa spesa sul conto economico aziendale è cresciuta in maniera esponenziale, passando dal 4% al 22%. Speriamo sia una situazione contingente e non strutturale anche se restiamo molto preoccupati".

Altro tema bollente, il differente prezzo della materia prima tra Nord e Sud Italia: al Nord 108 euro a tonnellata, malgrado la gravissima siccità, al Sud 130 e oltre. L’Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli Usa e poco distante dalla Cina, ma primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale, rappresenta il 14,8% della produzione mondiale (pari a 37,3 milioni di tonnellate) e il 56,5% del trasformato europeo, con un fatturato totale di 4 miliardi euro. "Occorrono misure di finanziamento per interventi a sostegno del sistema industriale e dell’intero comparto che abbiano come obiettivo il miglioramento delle produzioni agricole, la sostenibilità etica e ambientale", conclude Serafini.