Mercoledì 24 Aprile 2024

Siccità e boom dei costi: tempesta sul pomodoro

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IL PREZZO del gas fuori controllo esplode come una bomba sulla campagna pomodoro in corso. Al punto che il presidente di Anicav (gli industriali conservieri) Marco Serafini prende carta e penna e scrive ai ministri Giorgetti (Mise) e Patuanelli (Mipaaf) per chiedere: 1) raddoppio del credito d’imposta e proroga dei termini di utilizzo con condizioni più favorevoli (possibilità di cedere il credito agli stessi gestori e l’azzeramento o l’abbattimento degli interessi in caso di dilazione dei pagamenti), 2) sospensione del meccanismo ETS per evitare ulteriori aggravi per le aziende, 3) un intervento diretto su Arera per la revisione del costo di conferimento delle capacità di trasporto di gas naturale che impatta in maniera notevole sui costi delle imprese ad alta stagionalità come quelle che trasformano pomodoro.

"Le nostre produzioni e, di conseguenza, i consumi di gas ed elettricità – spiega Serafini – si concentrano tra i mesi di luglio e settembre, questi aumenti così repentini, legati soprattutto alla "corsa" agli approvvigionamenti per incrementare gli stoccaggi e mettere in sicurezza il prossimo inverno, stanno avendo importanti ripercussioni sulle nostre aziende che non possono in alcun modo rimandare o sospendere le lavorazioni". Di una ‘tempesta perfetta’, tra siccità e boom dei costi del gas in bolletta, parla Francesco Mutti (nella foto), ad di Mutti Spa, tra i leader sul mercato italiano ed europeo. "Senza interventi di sostegno al settore – spiega – sono a rischio sopravvivenza aziende e decine di migliaia di occupati del comparto dell‘oro rosso, uno dei simboli del made in Italy. In Italia siamo ancora a metà campagna nella raccolta e trasformazione del pomodoro. E’ stata finora una campagna difficile, con la siccità che ha avuto un impatto importante. E non ci saranno certamente le produzioni del 2021, prevediamo infatti un -1517%. Rispetto all’anno scorso stimiamo un aumento della bolletta del gas di circa il 400500%, se paragonato invece al 2020 parliamo del 12001300%".

Anicav vede a rischio "il prosieguo della campagna di trasformazione con le imprese che, non riuscendo a far fronte ai rincari, saranno costrette a rallentare la produzione o addirittura chiudere gli impianti con ripercussioni importanti sull’occupazione e sul mondo agricolo. Bisogna, inoltre, considerare le difficoltà che le aziende avranno nel trasferire gli aumenti alla grande distribuzione e ai canali del fuoricasa, sia sui mercati nazionali che all’estero, dove c’è il serio rischio di vedere erose quote di export a vantaggio di Paesi nostri competitors. È assolutamente necessario, quindi, un intervento urgente dell’attuale Governo".

La campagna 2022 del pomodoro da industria vede interessati 65.180 ettari (-8,5% rispetto al 2021) di cui 37.024 nel Bacino Nord (-4,1% rispetto alla scorsa campagna) e 28.156 nel Bacino Centro Sud (- 13,6% sul 2021). Sulla base di questi dati e considerando quanto fatto in media negli anni scorsi, si può prevedere (fonte Anicav) una produzione tra 5.2 e 5.4 milioni di tonnellate. La filiera del pomodoro da industria rappresenta la più importante filiera italiana dell’ortofrutta trasformata e, con un fatturato, nel 2021, di 3,7 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi derivanti dall’export, riveste un ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale impiegando circa 10.000 lavoratori fissi e oltre 25.000 lavoratori stagionali, cui si aggiunge la manodopera impegnata nell’indotto. L’Italia è il secondo Paese trasformatore a livello globale dopo gli Stati Uniti.