Martedì 16 Aprile 2024

NUOVA PAC: TANTO RUMORE PER NULLA?

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È STATA approvata dal Parlamento Ue, dopo anni di negoziazioni, la nuova Politica Agricola Comune (Pac) che rappresenta un terzo circa del bilancio delle finanze europee e che ha un grande impatto sulle imprese, sui consumatori ma anche sull’ambiente e sulla salute del pianeta. Rispetto all’entusiasmo con cui è stato anticipato l’accordo, la sensazione è che la montagna abbia partorito un topolino. Eppure, di aspetti positivi ve ne sono. Cominciamo da questi: l’accordo innanzitutto si è ottenuto, e non era scontato, tanto da aver richiesto tre anni di una negoziazione complicata con un accordo politico tra Commissione, Europarlamento e Consiglio.

Altro aspetto positivo è che le risorse finanziare non sono state ridotte rispetto alle minacce iniziali, anzi per il nostro Paese si registra addirittura una maggiore dotazione per gli anni previsti dalla nuova Pac. A dimostrazione che l’accordo politico è piaciuto, il voto dei parlamentari europei ed italiani è stato pressoché trasversale, dal pd alla lega per capirsi, con qualche eccezione. Quindi perché non esserne entusiasti? Diciamo che speravamo che l’Europa approfittasse di questa occasione per fare da traino al tema ambientalista e invece si conferma campione di slalom. Le principali misure innovative per l’ambiente, anticipate durante i negoziati come strumenti di marketing parlamentare, sono sì state confermate, ma in chiave di compromesso e quindi presenti a sufficienza per dichiararle ma senza che sconvolgano il sistema. Alcuni esempi sono eclatanti, e che riguardano proprio le principali novità che erano state presentate. Gli eco-schemi, neologismo comunitario per indicare le pratiche agronomiche verdi, saranno in percentuale inferiore al 30%, degli aiuti diretti della Pac.

È naufragata anche l’ipotesi di introdurre il capping obbligatorio, un tetto massimo all’importo di cui le aziende di maggiori dimensioni possono beneficiare. Non ci sarà limite. E la condizionalità sociale? Bella ma doveva esserci già il primo giorno che nascesse la Pac. In generale sembra esserci uno squilibrio tra quanto previsto dagli obiettivi della Strategia “Farm to Fork”, che prevede una importante riduzione di fitofarmaci ed utilizzo di fertilizzanti entro il 2030 e la nuova Politica Agricola Comune che avrebbe certamente potuto essere più ambiziosa.

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