Mercoledì 24 Aprile 2024

L’ortofrutta archivia record La guerra allunga le ombre

L’ortofrutta archivia record

L’ortofrutta archivia record

LA GUERRA RUSSIA-UCRAINA allunga lunghe ombre sul commercio internazionale per quest’anno, ma il 2021 si è chiuso con risultati lusinghieri per l’ortofrutta, la seconda voce del nostro export agroalimentare dopo il vino. Il commercio estero dell’ortofrutta italiana conferma nel 2021 un trend ancora più positivo rispetto al 2020. Più valore: 5,2 miliardi (+8,3%), più quantità (+1,8% pari a 3,6 milionitons). In calo l’import sia in valore (-0,3%) che in quantità (-1,5%). Il valore dell’export – secondo i dati Fruitimprese – supera i 5,2 miliardi di euro, il valore dell’import si ferma a poco meno di 4,18 miliardi. Il saldo commerciale positivo anno su anno balza a oltre 1 miliardo di € con uno scatto del 62,1%.

"Questi risultati – dice Marco Salvi, numero uno dell’omonimo gruppo ferrarese e presidente di Fruitimprese – suggellano un doppio record: il valore complessivo dell’export che supera ampiamente i 5 miliardi di e e il saldo commerciale positivo oltre il miliardo di euro dimostrano che le imprese del settore, nonostante le difficoltà crescenti, la pandemia, la chiusura dei mercati, la difficoltà di reperire manodopera, non hanno mai mollato sul fronte dell’impegno a raggiungere i mercati lontani. Un dinamismo che conferma, semmai ce ne fosse bisogno, l’importanza strategica del nostro settore per l’economia del Paese , non solo per l’agroalimentare. Questi numeri record confermano quanto ripetiamo da tempo a gran voce: che il nostro settore merita maggiore considerazione da parte di politica e istituzioni , coi fatti e non solo a parole". Nell’anno del post-pandemia bene legumi e ortaggi (+11,9%), frutta secca (+16,3%) e frutta tropicale (+23,1%). Tra i principali prodotti esportati primeggiano le mele per un valore di oltre 881 milioni (+5,74%), seguite dall’uva da tavola con 729 milioni (+1,21%) e kiwi che in una annata scarsa in quantità (-1,91%) segna circa 473 milioni (+2,63%). Dopo un 2020 difficilissimo, si riprendono peschenettarine: 137,4 milioni (+26,53%). Seguono arance (113,8 milioni, +5,37%), pere (106,4 milioni, -10%) e limoni (66 milioni, -19,3%). Tra i prodotti più importati si confermano banane (430,5 milioni, -3,87%) e ananas (97 milioni, +8,7%). La performance positiva della nostra ortofrutta assume ancora maggior rilievo confrontando i dati 2021 con quelli del 2019, l’ultimo anno pre-pandemia: il valore dell’export è superiore del 14,5% (5,2 miliardi contro 4,5) e soprattutto il saldo positivo della bilancia commerciale è più che triplicato (348 milioni contro oltre 1 miliardo, +208,7%). In sintesi: l’ortofrutta italiana ha recuperato e ampiamente migliorato sui mercati esteri le vendite rispetto al pre-pandemia.

Poi c’è la guerra con tutte le sue conseguenze. "La competitività delle imprese dell’ortofrutta – continua Salvi – è messa a dura prova in questi primi mesi del 2022 dagli aumenti dei costi fuori controllo dell’energia, trasporti, imballaggi, concimi, fertilizzanti, e non ci stanchiamo di chiedere una corretta redistribuzione di costi e responsabilità lungo l’intera filiera produttiva e distributiva. Chiediamo il taglio delle accise sui carburanti per le attività di trasporto e logistica, strategiche per il nostro settore, e agevolazioni sui costi dell’energia per le nostre imprese che nei magazzini e nelle celle frigorifere registrano alti consumi per la lavorazione e la conservazione dei prodotti". Intanto torna negativo l’andamento dei consumi di frutta e verdura, dopo una breve inversione di tendenza registrata durante il periodo di maggior emergenza sanitaria.