Mercoledì 24 Aprile 2024

L’aumento dei costi pesa per 100 milioni

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CENTO MILIONI DI EURO in più, oltre la metà dei quali solo per i rincari energetici. È la stangata legata all’aumento dei costi che la società capogruppo Conserve Italia (715 milioni di fatturato) deve affrontare nel 2022. Dalle materie prime agli imballaggi, dagli ingredienti ai macchinari, fino alle bollette: non c’è voce di costo produttivo che non sia stata risparmiata da questa ondata inflattiva. "Siamo riusciti a mantenere l’azienda in equilibrio economico e finanziario grazie alla nostra solidità e assorbendo gran parte dei costi, oltre ad avviare processi di razionalizzazione ed efficientamento – spiega il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti (nella foto in alto)–. Nonostante questo, la situazione ci ha portato a spiegare ai nostri clienti la necessità di aumentare i prezzi per assicurare la sostenibilità economica e sociale della nostra filiera. Siamo pronti ad assumerci la nostra parte di responsabilità nella convinzione generale che tali rincari vadano assorbiti in maniera equa tra tutti i soggetti coinvolti per non pesare troppo sul consumatore finale onde evitare la contrazione dei consumi".

Aggiunge Rosetti: "Non è pensabile che un solo anello di questa catena si possa sobbarcare la tutti questi costi, così come non è immaginabile scaricarli tutti sul consumatore che si troverebbe a dover acquistare una passata di pomodoro a prezzi totalmente fuori mercato. Ognuno deve fare la sua parte, noi come cooperativa di agricoltori e azienda di trasformazione abbiamo già assorbito una buona dose di questi rincari. Anche al consumatore spetta uno sforzo: le famiglie dovranno dedicare più risorse alla spesa alimentare, ma questi incrementi non saranno comunque sufficienti a coprire le maggiori spese di produzione". Alle istituzioni cosa chiedete? "Credito di imposta per non bloccare lo sviluppo delle aziende, rateizzazione dei pagamenti delle bollette, riduzione momentanea dell’IVA su cibo e bevande per tutelare il potere d’acquisto dei consumatori. E ancora il tetto europeo al prezzo del gas che ci permetterebbe una maggiore stabilità, oltre al riconoscimento della specificità per le realtà agro-industriali che non sempre riescono a rientrare nei parametri delle cosiddette aziende energivore".

Lorenzo Frassoldati