La terra agricola è un bene rifugio

La terra agricola è un bene rifugio

La terra agricola è un bene rifugio

LA TERRA (AGRICOLA) resta un bene rifugio, anche se la pandemia del 2020 ha rallentato ulteriormente le compravendite. Il prezzo della terra in Italia negli ultimi 20 anni è cresciuto del 19%, ma i maggiori incrementi si sono avuti solo nei primi anni del nuovo secolo. La crescita si è sostanzialmente arrestata intorno alla metà del primo decennio, non appena raggiunti i 20.000 euro per ettaro (il valore medio 2020 è di 20.700 euro) . Mentre nelle regioni settentrionali il prezzo della terra è aumentato in vent’anni del 25-35%, nel Meridione la crescita si è fermata al di sotto del 5%. La crisi del 2008 ha confermato la stabilità dei prezzi, con una netta contrazione delle compravendite che si sono quasi dimezzate nel secondo decennio, concentrandosi sui terreni dotati di buona fertilità e di adeguate infrastrutture.

Il dato medio nazionale – rilevato dall’annuale indagine Crea (curata da Andrea Povellato) - nasconde realtà locali molto differenziate, a partire dalla geografia. I valori fondiari sono molto diversi (30-40.000 euroettaro al Nord, 15.000 euro al Centro e 8-13.000 euro al Sud), non soltanto in funzione delle condizioni pedo-climatiche, ma anche per effetto delle dinamiche socioeconomiche che interessano anche le aree rurali. L’esplosione della pandemia nel 2020 ha lasciato il segno anche sul mercato fondiario, con una significativa contrazione dell’attività di compravendita e del credito, ma senza particolari conseguenze sul fronte delle quotazioni dei terreni.

La terra si conferma come bene rifugio, esente da particolari oscillazioni dei prezzi. A fronte di una attività di compravendita molto scarsa (sicuramente meno dell’1% della superficie agricola all’anno), la mobilità fondiaria è stata assicurata dall’istituto dell’affitto. La superficie in affitto ha quasi raggiunto la metà della Sau (superficie agricola utile), secondo l’ultima rilevazione dell’Istat del 2016. Malgrado questo aumento, rimane inevasa la domanda di tanti imprenditori, per lo più giovani, che avrebbero bisogno di imprese con una dotazione di terra più ampia.