Sabato 20 Aprile 2024

Italia-Europa, la nuova Pac che non convince

 Il ministro Stefano Patuanelli

Il ministro Stefano Patuanelli

LA POLITICA AGRICOLA COMUNE, la Pac 2023-2027, è stata approvata. Traccerà la strada attraverso cui si dovranno cimentare le imprese nei prossimi anni. I suoi obiettivi sono connessi agli elementi fondanti l’azione in materia agricola dell’Unione Europea, i quali prevedono di: incrementare la produttività dell’agricoltura, sviluppare il progresso tecnico, assicurare un impiego ottimale dei fattori di produzione, valorizzare la manodopera; assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola; stabilizzare i mercati; garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori. Basterebbe l’elenco sopra citato per far capire quanto rischia di essere, ancora una volta, il libro dei sogni la nuova politica europea. Ogni Paese deve, in ogni caso, realizzare un piano strategico per applicare le misure destinate a rispondere agli obiettivi.

Nel caso dell’Italia, (nella foto sotto il ministro Stefano Patuanelli) come dichiara il nostro nuovo Piano Strategico 2023-2027, è fondamentale rafforzare il ruolo strategico del settore agricolo, alimentare e forestale nell’ambito del complessivo sistema economico nazionale e nel contesto europeo e internazionale. Bisogna tuttavia precisare che il Piano realizzato dal nostro Paese ha dovuto tenere conto del nuovo contesto in cui si inserisce la riforma della PAC. In particolare, le nuove sfide ambientali, sociali ed economiche. Tale contesto è esplicitato in una serie di documenti che sono ormai testi guida dell’Europa: il Green Deal Europeo, di particolare interesse per le materie agricole e alimentari, e nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030. Inoltre, per i temi più legati allo sviluppo del territorio rurale, anche i contenuti presenti nella comunicazione “A long-term vision for the EU’s Rural Areas” sono di particolare importanza. Il Piano, dunque, deve trasformare le indicazioni dell’Europa in misure concrete. Per fare ciò, così cita il Piano Strategico Italiano, occorre trasformare in valore: - le opportunità che possono derivare dalla transizione ecologica e digitale, valorizzando la bioeconomia, l’economia circolare, la riduzione degli sprechi alimentari, l’agroecologia, promuovendo la digitalizzazione dei processi produttivi. Inoltre, difendere il capitale naturale: acqua, aria, suolo, biodiversità, paesaggio clima. Il tutto cercando di comunicare correttamente al consumatore finale. Un Piano ambizioso con risorse ridotte e strutture ancora non riformate. Il rischio che sia solo un libro dei sogni è particolarmente elevato.

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