Dossier Agroeconomy

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LA MAGGIOR PARTE delle filiere agricole origina dal seme, l’elemento fondamentale per assicurare la qualità e la quantità delle produzioni. Per garantire la sicurezza alimentare il valore del seme va preservato e potenziato, anche attraverso il sostegno all’innovazione vegetale. Ce lo ricorda Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane. I numeri: un miliardo di euro di fatturato annuo, 208mila ettari di superfici destinate alla produzione delle sementi ufficialmente certificate nel 2020 e 33mila ettari destinati alle sementi orticole, 19mila agricoltori coinvolti a livello nazionale nella moltiplicazione. Il settore sementiero italiano svolge un ruolo fondamentale per l’agricoltura in termini di sicurezza alimentare, qualità delle produzioni e sostenibilità ambientale, e si prepara alle sfide future con forte capacità di innovazione.

L’agricoltura del futuro è chiamata ad aumentare le produzioni del 60-70% rispetto a oggi, a fronteggiare i cambiamenti climatici e la minore disponibilità di terre coltivabili, a ridurre gli input chimici. Servono tutti gli strumenti messi a disposizione dalla scienza. "Un esempio concreto della nostra attività in questi cento anni – dice Giuseppe Carli, presidente di Assosementi – è rappresentato dall’evoluzione delle rese di mais, passate dai 13 quintali per ettaro del 1921 ai 130 quintali di oggi. Questi grandi risultati ottenuti sono frutto della capacità di innovazione delle nostre aziende ed è questo il punto di partenza per il futuro: tra trent’anni saremo 10 miliardi sul pianeta e l’agricoltura sarà chiamata a produrre di più, senza aumentare le superfici e riducendo gli input naturali e chimici".

Il settore sementiero seleziona ogni anno 3.500 varietà innovative che vengono iscritte al Catalogo Comune Europeo. "Questo risultato – aggiunge Carli – non sarebbe possibile senza poter attingere dalle risorse imprescindibili offerte dalla biodiversità. Ci auguriamo che la Commissione UE possa elaborare al più presto una nuova regolamentazione che distingua nettamente tra transgenesi e mutagenesi".