Costi alle stelle e filiera a rischio "Il governo ci aiuti"

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CAMPAGNA POMODORO da industria (passate, pelati, polpe) alle battute finali. Chiediamo un primo bilancio a uno dei big del settore, il gruppo cooperativo Conserve Italia (7-800 milioni di fatturato, 3.000 dipendenti, marchi storici come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani). "Per quanto riguarda la campagna del pomodoro ormai giunta alle battute finali – risponde il direttore generale Pier Paolo Rosetti (nella foto a destra)– a fronte di una qualità molto elevata a livello di gruppo riusciremo a superare le 400.000 tonnellate di materia prima lavorata registrando però una flessione rispetto all’anno scorso di circa il 15%. Si tratta di un dato in linea con l’andamento generale del comparto. La campagna è stata caratterizzata da difficoltà sin dall’inizio per caldo torrido prolungato e siccità, oltre agli aumenti nei costi che hanno penalizzato i produttori; nei campi dei nostri soci al Nord le rese sono arrivate ad essere vicine a quelle programmate, mentre nei nostri areali maremmani (Toscana e Alto Lazio) e pugliesi abbiamo registrato maggiore carenza di prodotto, dovuta anche a rese agricole inferiori".

Sulla campagna quanto pesano i rincari dell’energia e quindi il generale aumento dei costi produttivi?

"I rincari energetici determinano per quest’anno un aumento dei costi delle bollette di 50 milioni di euro, con un incremento del 250%: passiamo da 20 a 70 milioni per la sola società capogruppo italiana. Siamo preoccupati perché, pur avendo le spalle solide, non è possibile resistere a lungo in questa situazione, ne va della competitività della nostra filiera produttiva che parte dai campi dei soci agricoltori e arriva sulle tavole di milioni di consumatori in Italia e in oltre 70 Paesi. Peraltro, gli aumenti più esorbitanti del prezzo del gas si sono concentrati proprio nei mesi di luglio e agosto, quando i nostri stabilimenti produttivi funzionano a pieno regime per le lavorazioni di pomodoro e frutta. Questa situazione mette a repentaglio la competitività delle imprese agroalimentari italiane che devono confrontarsi sui mercati internazionali con competitor che producono spendendo molto meno in energia".

Ma non c’è solo l’energia…

"In effetti il problema non si limita alle bollette energetiche: da ormai un anno registriamo continui aumenti nei prezzi in tutte le voci di costo della nostra filiera produttiva, da quelle relative alle fasi di coltivazione (fertilizzanti, gasolio agricolo…) ai materiali per imballaggi, ai pezzi di ricambio per i reparti produttivi, fino al carburante. Parliamo, sempre per la sola capogruppo Conserve Italia, di un aumento generale dei costi di produzione di oltre 100 milioni, a fronte di un bilancio che chiude quest’anno sopra i 700 milioni. Sono numeri difficili da sostenere nel medio e lungo periodo. Da parte nostra, non abbiamo mai smesso di investire nell’efficientamento energetico dei nostri stabilimenti e nelle fonti rinnovabili ma tutte queste iniziative non sono sufficienti quando ci troviamo a fare i conti con un costo del gas così elevato".

Chi si fa carico di tutti questi costi aggiuntivi? "Non è pensabile che un solo anello di questa catena si possa sobbarcare la tutti questi costi, così come non è immaginabile scaricarli tutti sul consumatore che si troverebbe a dover acquistare una passata di pomodoro a prezzi totalmente fuori mercato. Ognuno deve fare la sua parte, noi come cooperativa di agricoltori e azienda di trasformazione abbiamo già assorbito una buona dose di questi rincari. Anche al consumatore spetta uno sforzo: le famiglie dovranno dedicare più risorse alla spesa alimentare, ma questi incrementi non saranno comunque sufficienti a coprire le maggiori spese di produzione".

Cosa chiedete al governo e alle istituzioni?

"Credito di imposta per non bloccare lo sviluppo delle aziende, rateizzazione dei pagamenti delle bollette, riduzione momentanea dell’IVA su cibo e bevande per tutelare il potere d’acquisto dei consumatori. E ancora il tetto europeo al prezzo del gas che ci permetterebbe una maggiore stabilità, oltre al riconoscimento della specificità per le realtà agro-industriali che non sempre riescono a rientrare nei parametri delle cosiddette aziende energivore presentando picchi elevati di consumi concentrati in pochi mesi a causa della stagionalità delle produzioni. Inoltre, occorre sostenere maggiormente l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle aziende, slegandola dal solo autoconsumo con azioni che favoriscano anche la vendita sul mercato libero".

Novità di prodotto?

"Il nostro sforzo è teso a dare valore al pomodoro, vera eccellenza italiana, puntando su tracciabilità, regionalità, sostenibilità e ricette innovative. Quindi la nuova Passata della Maremma Cirio che valorizza la nostra base sociale presente in Toscana e Alto Lazio. Poi la nuova gamma Valfrutta Green all’insegna della sostenibilità: una Passata Biologica in vetro ambrato, realizzata con Verallia e ottenuta per l’86% da vetro riciclato (con risparmio del 22% di emissioni di CO2), quindi la Polpa Fine Tetra Recart, in una confezione che riduce dell’86% le emissioni di CO2".

Lorenzo Frassoldati