Mercoledì 24 Aprile 2024

Birra boom: è sempre più simbolo del Made in Italy

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BIRRA a tutti gli effetti bevanda simbolo del Made in Italy, come il vino. Cresce la produzione (17,6 milioni di ettolitri), cresce l’export (3,8 milioni di ettolitri) anche in paesi a forte tradizione birraria come il Regno Unito o gli Stati Uniti . Crescono i consumi che toccano i 20,8 milioni di ettolitri, non ancora a livelli 2019, ma superiori alle cifre del 2020 (18,9 milioni). Sono i numeri del Rapporto Assobirra 2021, l’associazione dei birrai e maltatori che accanto alle luci evidenzia nuove ombre sul comparto, in particolare per l’aumento delle materie prime e dei costi energetici. E ci si mette anche la siccità che taglia del 20% il raccolto di orzo per la produzione del malto da birra sui trentamila ettari coltivati a livello nazionale. Il Consorzio della birra (piccoli produttori) denuncia che "il raccolto di orzo distico per la produzione di malto è a rischio" e segnala "che nonostante lo sforzo per aumentare l’areale coltivato ad orzo sul territorio italiano e l’ingente investimento per la costruzione di una nuova malteria a Loreo, nel Polesine, la siccità sta presentando il conto".

Se il comparto cresce, però Assobirra chiede una revisione al ribasso del peso fiscale che da anni grava sulla birra. L’ultima Legge di Bilancio ha stabilito per il 2022 una riduzione di 5 centesimi unitamente a sconti progressivi di aliquota per i birrifici artigianali con produzione annua fino a 60mila ettolitri. Assobirra ritiene che, ancora di più in un momento di crisi economica come quello attuale, non solo si debba stabilizzare la misura approvata in Legge di Bilancio, ma proseguire con una ulteriore riduzione strutturale delle aliquote delle accise sulla birra. Lo spauracchio dei rincari di materie prime e utility rischia di compromettere la ripresa del comparto birrario, faticosamente conquistata dopo la pandemia. Nel 2020 il settore ha già perso 1,4 miliardi di valore condiviso, che equivalgono a 15 mila posti di lavoro, e nel 2021 ha sofferto ulteriori mesi di chiusure dettate dall’emergenza sanitaria. Scongiurare ulteriori contraccolpi è strategico per mantenere la competitività del comparto e i livelli di valore generato.

Dice Alfredo Pratolongo (nella foto in alto), presidente di AssoBirra: "La fotografia del 2021 della birra in Italia può essere visto come un bicchiere mezzo pieno. Anche nel 2022, il mercato sembra in ripresa sul fronte dei volumi. La realtà effettiva, però, è un po’ più complessa. L’attuale tempesta dei costi può compromettere la ripresa e fermare gli investimenti da parte dei birrifici, nella distribuzione e nei canali di vendita, cioè lungo tutta la filiera brassicola". La birra è l’unica bevanda da pasto gravata da accise ed è prioritario un intervento entro l’anno perché le riduzioni accordate nell’ultima Legge di bilancio termineranno il 31 dicembre 2022, e quindi le accise subiranno un aumento dal 2023. Assobirra insiste perché si prosegua il percorso di riduzione della pressione fiscale, per dare "impulso e sviluppo a un settore dinamico, ad alto tasso di occupazione giovanile, per lo più composto di eccellenze imprenditoriali: grandi, medi e piccoli birrifici, dal campo alla tavola".

E la birra gioca un ruolo da protagonista nella ripresa dei consumi fuori casa. Che sia chiara o artigianale, la birra la fa da padrona pensando al futuro dell’Ho.Re.Ca. Lo dice uno commissionato dall’Osservatorio Birra all’Istituto Piepoli (in collaborazione con Partesa) che ha intervistato 200 gestori e proprietari di ristoranti, pizzerie, bar, pub, hotel e locali del Paese, mostrando attese, investimenti e speranze per il futuro degli addetti ai lavori di un settore che conta oltre 300mila pubblici esercizi.