Giovedì 18 Aprile 2024

Aneri, 25 anni di successi e una cantina di Amarone

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LA GEOGRAFIA della famiglia Aneri si può leggere anche nelle bottiglie pregiate che portano i nomi di nipoti e figli del gran patron, Giancarlo Aneri. A Leone il nipotino di 5 anni è dedicato il Prosecco biologico numero 7, alle nipotine Lucrezia, Ludovica e Giorgia altre tre linee, alla figlia Stella venne intitolata la produzione dell’Amarone già nel 1999, il Pinot bianco porta il nome della moglie di Giancarlo, signora Leda, mentre il Pinot nero è dedicato all’altro figlio Alessandro. "La forza di questa azienda è proprio la famiglia", dice Giancarlo Aneri, che in questi giorni celebra il primo quarto di secolo della cantina e contemporaneamente festeggia una nuova acquisizione a San Pietro in Cariano, cuore dell’Amarone classico. "In questa nuova sede – spiega Aneri – ho unito tutta la storia e la nostra produzione dell’Amarone con cinque annate in invecchiamento e un progetto teso ad alzare ancora la qualità del nostro prodotto. Oggi l’azienda Aneri commercializza 600 mila bottiglie di Prosecco all’anno nelle strutture nella modernissima azienda di Valdobbiadene con magazzino climatizzato e 12 mila di Amarone di alta qualità. Solo top class o niente, dice lui. Nella nuova cantina viene concentrata la produzione del grande rosso che Aneri mette sul mercato con cinque anni di invecchiamento quando il disciplinare ne prevede solo tre.

Era il novembre 1997 quando Giancarlo Aneri fondò la sua casa vinicola, affidando sogni e speranze di successo al prosecco, "un vino italiano per eccellenza, un vino che tutti ci invidiano perché nasce in una zona delimitata, vicino a Venezia, e non ha eguali al mondo". Infatti le colline del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono patrimonio dell’Unesco.Il successo si è consolidato anche attraverso un marketing fai-da-te poi Giancarlo Aneri ha allargato la gamma, rimanendo però sempre fedele al suo ideale: produzione di grande qualità, anche se limitata. Nel corso degli anni sono nati così il Pinot Bianco, il Pinot nero, il nuovo Prosecco Biologico dedicato al piccolo Leone e soprattutto, l’Amarone. E proprio col gran rosso Aneri, personalizzato sia nella confezione che nell’etichetta, hanno brindato i Grandi del mondo, in occasioni come il G8 dell’Aquila e il G20 di Roma. Anche Donald Trump fece cin cin il giorno della sua elezione con una bottiglia regalatagli da Flavio Briatore.

"La regina d’Olanda al G20 di Roma mi fece un sacco di complimenti, idem l’allora principe Carlo, ora re d’Inghilterra, dopo aver assaggiato il nostro Amarone", sottolinea con tripla soddisfazione il patron della cantina. I prodotti di casa Aneri, è spiegato nel sito web, hanno diritto di cittadinanza nelle carte dei vini di alcuni dei locali più prestigiosi di mezzo mondo come il Four seasons di New York, l’Hotel Imperial di Tokio, negli alberghi della catena Orient Express e Starwood, culle del lusso, poi ancora nei cinque stelle di Rocco forte, Palace di Saint Moritz, il Cipriani di Montecarlo, lo Stresa di Parigi, l’Excelsior e il St. Regis di Firenze, il Cracco di Milano. E la Juventus ha stappato i magnum personalizzati per ogni giocatore negli ultimi scudetti e al compimento dei cento anni della società. Con la cantina tutta griffata Amarone inaugurata in tandem con i 25 anni della Aneri ci si poteva aspettare teoricamente un grande show. Niente da fare, zero cerimonie. Il "principe del marketing" è pure un po’ naif.