Giovedì 18 Aprile 2024

Agroeconomy

Sostenibilità

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LA PRODUZIONE DI GRANO in Italia è stimata quest’anno in calo del 15% per effetto della siccità che ha tagliato le rese dal Nord a Sud del Paese. È quanto emerge da una stima della Coldiretti divulgata in occasione dell’avvio della trebbiatura che inizia dalle regioni del sud, dove in Puglia, la Regione dove si concentra la maggiore produzione nazionale, sono stati raccolti i primi chicchi di grano duro. Al nord, dall’Emilia-Romagna al Veneto, si prevede, sottolinea Coldiretti, un calo intorno al 10%, mentre per le regioni centrali la diminuzione potrebbe attestarsi al 15-20% ma al Sud si prevede un minor raccolto tra il 15 e il 30%. Per effetto della riduzione delle rese a causa dei cambiamenti climatici, complessivamente il raccolto dovrebbe attestarsi attorno ai 6,5 milioni di tonnellate a livello nazionale su una superficie totale di 1,71 milioni di ettari coltivati fra grano duro per la pasta e grano tenero per pane e biscotti. La minor produzione pesa sulle aziende cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio con incrementi medi dei costi correnti del 68%, secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Crea: in un caso su quattro i costi superano i ricavi. L’impatto, afferma Coldiretti, si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte. Un trend negativo che fa salire la dipendenza dall’estero in una situazione in cui "l’Italia registra un deficit di molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci e il 62% del grano duro per la pasta".

La situazione è preoccupante anche a livello internazionale, con la produzione mondiale di grano per il 202223 stimata in calo a 769 milioni di tonnellate. Ciò per effetto della riduzione in Ucraina, con un quantitativo stimato nel Paese di 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione. In controtendenza è invece il raccolto di grano in Russia, dove cresce del 2,6% per raggiungere 84,7 milioni di tonnellate, delle quali circa la metà destinate alle esportazioni. In Ue, il livello di autosufficienza delle produzioni varia dall’ 82% per il grano duro al 93% per quello tenero destinato alla panificazione. Intanto il Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – ha anticipato alcuni dati che faranno parte del prossimo nuovo Rapporto sul commercio estero evidenziando che l’impatto del conflitto russo-ucraino è stato visibile fin da subito sul commercio dell’agroalimentare italiano. Il valore dell’ export in Russia, a marzo 2022, ha registrato -35% sul marzo 2021, mentre in quantità -80% per il caffè e -50% per il Prosecco; l’import dall’Ucraina ha perso meno in valore (-13,1%) ma ha avuto un crollo nelle quantità soprattutto per i prodotti usati nella zootecnia come i panelli di girasole -73,7%. Accanto al tema delle materie prime e dei prezzi, anche quello sui prodotti Dop e Igp. "Il ruolo della Commissione deve restare dominante", ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli (nella foto in alto) al Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura.