Agli attacchi avversari. Pesaro ha risposto con un gioco. tutto velocità e difesa.

MILANO

IN QUALUNQUE attività i primi passi sono sempre un po’ dilettantistici ed empirici, poi nel tempo si migliora e si capisce l’importanza di un approccio più rigoroso. Vale anche per il trading, dove si distinguono due metodi: uno intuitivo e soggettivo, detto ‘discrezionale’, e un altro più scientifico e quantitativo, chiamato invece ‘sistematico’. Il percorso che conduce dall’uno all’altro è l’oggetto della dispensa su Youfinance.it di Giovanni Trombetta, ingegnere elettronico e head of research and development in Gandalf Project. Tutto parte dalla mia esperienza personale, perché io stesso ho compiuto l’evoluzione che propongo agli utenti di Youfinance, racconta Trombetta.

Com’è stato il suo inizio?

Erano i primi anni 2000 e facevo il cacciatore di penny stocks americane. Ha presente quei titoli da pochi centesimi sul mercato Amex? Sono stati anni di grandi su e giù, poi sono passato ai future e all’adozione di un protocollo più rigido, che ha dato i suoi frutti, ma non ancora del tutto automatizzato. Quel salto è arrivato nel 2006, quando grazie alla mia formazione ingegneristica ho eliminato qualsiasi elemento discrezionale abbracciando una gestione automatica del portafoglio.

È quello che suggerisce a tutti?

La mia proposta è più graduale, cioè sistematizzare e rendere più statistico e fondato sui numeri quel metodo un po’ artigianale di trading che è tipico dei principianti. All’inizio è normale prendere decisioni operative sulla base di sensazioni, scovando determinati movimenti sui grafici. Ma è inevitabile che col tempo questo metodo discrezionale finisca per scontrarsi con alcune difficoltà.

Quali, ad esempio?

La complessità intrinseca dei mercati, in cui agiscono fattori meramente casuali che rendono ostica l’operatività. Questo non esclude di lavorare in modo discrezionale: ci sono trader con capacità particolarmente spiccate e intuitive con risultati comprovati. Gli altri non possono ignorare la possibilità di strutturare il proprio metodo per arrivare a risultati misurabili.

Stop alle opinioni, vige solo la dura legge dei numeri…

La crudezza dei numeri può aiutare a non commettere errori. È necessario ingabbiare le nostre mosse all’interno di un protocollo definito che aumenta le possibilità di successo. Il trader deve spogliarsi dei vecchi panni per indossare quelli del trader quantitativo.

Ma alla fine il trading è una scienza o un’arte?

Non c’è una risposta univoca. Se fosse solo arte, i big della finanza non sarebbero interessati all’AI e al machine learning. Se fosse solo scienza, nel mercato opererebbero solo ingegneri.

Su Youfinance.it potete scaricare le dispense.

Francesco Gerardi

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