Martedì 23 Aprile 2024

Lasorella: è il valore del giornalismo. "News di qualità anche sulla rete"

Il presidente dell’Authority per le Comunicazioni : "Adesso è possibile una giusta ripartizione dei ricavi"

Giacomo Lasorella guida l’Agcom

Giacomo Lasorella guida l’Agcom

Roma, 21 gennaio 2023 - Giacomo Lasorella, presidente dell’Agcom, l’Authority per le Comunicazioni, non ha dubbi: "Il regolamento sull’equo compenso per gli editori che abbiamo varato è molto importante. Si completa, infatti, un ciclo avviato con la direttiva europea sul copyright, che ha fissato il principio dell’equo compenso per i contenuti giornalistici pubblicati dalle piattaforme digitali".

Web news online, arriva il regolamento Agcom su equo compenso per gli editori

Ma che cosa cambierà, in concreto, per i lettori?

"L’obiettivo, condiviso da tutti, è di avere un’informazione sempre più qualità sulla rete. La remunerazione delle aziende editoriali va in questa direzione: produrre contenuti giornalistici comporta un dispendio di risorse e di fatica. Certo, anche le piattaforme contribuiscono a diffondere le notizie. Ma l’importante è trovare un punto di sintesi, con una giusta ripartizione dei ricavi".

In che modo saranno favoriti gli editori che producono informazione di qualità?

"La ripartizione dei ricavi pubblicitari avverrà sulla base di precisi criteri. Ci sono, ovviamente, quelli quantitativi, legati alla diffusione della notizie e alla frequenza con la quale i lettori la cercano. Ma abbiamo fissato anche criteri qualitativi. Fra questi, il numero di giornalisti assunti, il rispetto di alcune buone pratiche in tema di contrasto alla fake news, l’adesione a codici di comportamento deontologici e tanti altri. Vogliamo che la rete non sia sopraffatta da uno pseudo-giornalismo fatto a buon mercato. Perché, come si sa, la moneta cattiva dell’informazione scaccia quella buona".

Alle aziende editoriali può andare fino al 70% dei ricavi generati dalla notizia.

"C’è un tema di fondo. Questo regolamento interviene in un mercato libero. E, dovrebbero essere proprio le leggi del mercato a produrre un’intesa. Ma il legislatore, sia europeo sia nazionale, è intervenuto in un mondo dove c’è un evidente disparità di peso economico a vantaggio delle grandi piattaforme digitali. Per questo siamo intervenuti. Non per fissare un prezzo ma un meccanismo che possa consentire alle parti di avviare una trattativa equa e leale".

Ma riuscirete davvero a far pagare l’equo compenso ai giganti del web?

"Il nostro regolamento non è vessatorio, non é intriso di diffidenza fine a se stessa. Sono sicuro che molte piattaforme siano pronte a trattare con gli editori. È già successo in altri Paesi. Il nostro obiettivo, in questa fase, è soprattutto di favorire il dialogo e arrivare ad un accordo".

E se non dovesse esserci l’intesa?

"Il regolamento prevede una serie di step successivi. Se una della parti non è soddisfatta può rivolgersi all’Agcom affinché possa fissare la misura dell’equo compenso. Naturalmente, c’è sempre la possibilità di ricorrere al giudice civile. Ma anche in questo caso l’attività di analisi e di regolamentazione di Agcom può essere un punto di riferimento".

L’Italia in questo momento sta facendo un po’ da apripista anche al resto dell’Europa. Sta cambiando il vento?

"Un cambio di passo significativo è avvenuto per Dazn. Per la prima volta in Europa e forse nel mondo, grazie all’intervento dell’Agcom, un gigante del web ha accettato di garantire parametri di qualità nella trasmissione e si è sottoposto a regole precise per la tutela dei consumatori".

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