Irpef 2022: ecco i Comuni in rosso dove aumenterà

L’imposta potrà crescere del 2 per mille. Alle città super indebitate la facoltà di introdurre un’addizionale sui diritti di imbarco di porti e aeroporti

Irpef, le città interessate dagli aumenti

Irpef, le città interessate dagli aumenti

In attesa della pubblicazione del testo del Dl Aiuti varato questa settimana dal governo, si fanno i conti su quanto previsto dall’articolo 43 del provvedimento, in base al quale alcuni Comuni italiani, capoluoghi di provincia, interessati da un deficit (la differenza tra le entrate e le uscite) procapite superiore a 500 euro potrebbero aumentare l’Irpef locale. Inoltre quelli con un debito (l’ammontare dei debiti contratti) pro capite superiore a 1.000 euro potrebbero anche aggiungere o sostituire l’aumento con una tassa di 2 euro per chi si imbarca in porti o aeroporti.

Pensione di reversibilità, come cambia: assegno all’ex coniuge e ai nipoti

Il condizionale è d’obbligo perchè si tratta di una possibilità e non di una indicazione. Ad elaborare i dati sulla base dei rendiconti dei comuni 2020 è il Sole 24 Ore che elenca 23 capoluoghi con una platea di contribuenti almeno 4 milioni e mezzo di persone. I comuni con un deficit superiore a 500 euro sono 18; quelli dove il debito è maggiore di 1.000 sono 5. Di questo ultimo elenco fanno parte Milano, Genova, Firenze, Catania e Venezia con un debito procapite che va da 2.500,5 euro del capoluogo lombardo ai 1.040 della città lagunare; al secondo posto c’è Genova (1.917 euro), seguita da Firenze (1.338,7) e Catania (1.108,2). Nella più folta schiera dei capoluoghi dove il deficit è maggiore di 500 euro ad abitante rientrano: Napoli (2.674,2 euro), Reggio Calabria(1.959,2);Salerno (1.562,6), seguiti nell’ordine da Chieti, Potenza, Rieti, Torino, Vibo Valentia,Palermo, Lecce, Catanzaro, Andria, Alessandria, Avellino, Agrigento, Frosinone, Brindisi e Nuoro.

"La spinta alle addizionali non è obbligatoria. E non sarà usata da tutti. Ma come sempre nel fisco, e in particolare in quello locale dove la rigidità dei bilanci cresce insieme alle spese che aumentano (basta pensare a quelle di personale gonfiate da rinnovi contrattuali e assunzioni Pnrr) a differenza delle entrate, è importante prima di tutto – spiega il quotidiano economico – cogliere una tendenza".

L ’articolo, in base all’ultimo testo disponibile, sottolinea ancora il Sole 24 Ore prevede 60 giorni di tempo ai Comuni per aderire. Tra le altre norme previste dall’ultima versione dell’articolo 43 intitolato "Misure per il riequilibrio finanziario di province, città metropolitane e comuni capoluogo di provincia e di città metropolitane nonché per il funzionamento della commissione tecnica per i fabbisogni standard" sono previste una serie di altre azioni per i comuni in dissesto. Tra l’altro "valorizzare" le entrate, "attraverso la ricognizione del patrimonio; incrementare i canoni di concessione e di locazione e ulteriori utilizzi produttivi; aumentare l’efficienza della riscossione e procedere "alla riorganizzazione e allo snellimento della struttura amministrativa, ai fini prioritari di ottenere una riduzione significativa degli uffici di livello dirigenziale".