Benzina, le folli accise che fanno salire il prezzo: alcune risalgono a oltre 60 anni fa

Guerra in Ucraina, ma non solo: i balzelli degli ultimi novant'anni hanno portato al prezzo di oggi

Nuovi rincari

Nuovi rincari

Il prezzo della benzina sfonda i due euro al litro e subito il pensiero corre alla guerra in Ucraina. Ma a incidere, ormai da decenni, sul prezzo di benzina e diesel non sono altro che le accise.

Benzina oggi in calo: i prezzi. Verso un'accisa mobile: cosa significa

Cosa sono le accise

Le accise sono un tributo indiretto, ovvero una tassa che lo Stato pone sulla fabbricazione o sulla vendita di prodotti di consumo. Come la benzina, per l'appunto. Solitamente le accise sono applicate dallo Stato  per far fronte a situazioni di emergenza, come le conseguenze di conflitti internazionali ad esempio. I vantaggi per uno Stato che applichi accise sui carburanti sono due: le accise scattano subito e quindi non necessitano di attesa e il gettito è sicuro, costante e immediato. Il problema, però, è che una volta conclusa la situazione di urgenza, le accise non vengono mai tolte. Anzi. Si accumulano. E così vanno a costituire il prezzo record che vediamo oggi. Possibile, quindi, che anche per le spese da affrontare nell'ambito dei rincari causati dalla guerra in Ucraina possa arrivare un'ulteriore accisa. Anche se al momento la guerra in Ucraina ha a che fare solo marginalmente con il prezzo della benzina e del diesel: non si tratta di una nuova accisa, ma del prezzo a livello internazionale. Che in Italia diventa più alto per colpa delle numerose accise mai tolte.

Quanto pesano 

Il prezzo al litro della benzina sarebbe di 87 centesimi, quello del gasolio di 88. Quindi come si arriva a superare i 2 euro. Con le accise che si sono accumulate negli anni. Pochi centesimi per ogni balzello che, aggiunta dopo aggiunta, hanno portato al punto in cui siamo oggi. 

Ancora oggi paghiamo accise di oltre sessant'anni fa

La prima accisa sulla benzina (che poi però fu tolta) risale al ventennio fascista ed è relativa al finanziamento della guerra d’Etiopia (1935-1936) con un’accisa di 1,90 lire (0,000981 euro).

Le successive, che invece ancora stiamo pagando, sono: nel 1956 per il finanziamento della crisi di Suez: 14 lire (0,00723 euro)

Nel 1963 per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont: 10 lire (0,00516 euro) 

Nel 1966 per la ricostruzione dopo l'alluvione di Firenze: 10 lire (0,00516 euro) 

Nel 1968 per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice: 10 lire (0,00516 euro) 

Nel 1976 per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli: 99 lire (0,0511 euro)

Nel 1980 per la ricostruzione dopo il terremoto dell'Irpinia: 75 lire (0,0387 euro)

Nel 1982 per il finanziamento della missione Onu durante la guerra del Libano: 205 lire (0,106 euro)

Nel 1995 per il finanziamento della missione ONU durante la guerra in Bosnia: 22 lire (0,0114 euro)

Nel 2004  per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri: 0,02 euro

Nel 2005 per l'acquisto di autobus ecologici: 0,005 euro

Nel 2009 per il terremoto dell'Aquila: 0,0051 euro 

Nel 2011 per il finanziamento alla cultura nel 2011 (da 0,0071 a 0,0055 euro) e per far fronte all'arrivo di immigrati dopo la crisi libica (0,04 euro)  per far fronte all'alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana (0,0089 euro) per il decreto "Salva Italia" (0,082 euro 0,113 sul diesel)

Nel 2012 per far fronte ai terremoti dell'Emilia: 0,024 euro e per il finanziamento del "Bonus gestori" e la riduzione delle tasse ai terremotati dell'Abruzzo (0,005 euro)

Nel 2014 per il finanziamento di alcune spese del decreto Fare "Nuova Sabatini": 0,0024 euro.