Sabato 19 Luglio 2025
ANTONIO PETRUCCI
Economia

730 precompilato, tutti i rischi dell’invio senza modifiche

Più della metà si affida al precompilato con il rischio di perdere soldi. Molto spesso l’invio viene fatto all’ultimo minuto. Una combinazione tra fretta, mancanza di competenze tecniche e desiderio di togliersi il pensiero che può penalizzare il contribuente

730 precompilato, tutti i rischi dell’invio senza modifiche

Roma, 2 luglio 2025 –  In un contesto sociale in cui la dichiarazione dei redditi viene spesso affrontata all’ultimo minuto, è probabile che la rapidità di invio prevalga sulla precisione. Non si tratta necessariamente di irresponsabilità, ma piuttosto di una combinazione tra fretta, mancanza di competenze tecniche e desiderio di togliersi il pensiero. Qualunque sia la motivazione, nel 2024, i dati restituiti al Fisco raccontano che il 52% degli italiani ha inviato il modello 730 utilizzando la modalità precompilata semplificata.

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Il modello 730 precompilato può essere inviato online senza apporre modifiche, ma espone il contribuente ad alcuni rischi

I dati delle dichiarazioni nel 2024

Tra questi, il 42% lo ha accettato senza apportare alcuna modifica. In pratica: più di 4 su 10 tra chi sceglie il precompilato, ha accettato il 730 esattamente così com’era, senza alcun intervento. Ma se allarghiamo lo sguardo all’intera platea dei contribuenti, includendo anche chi usa Caf, commercialisti o invia il 730 in modalità ordinaria, scopriamo che solo il 21,84% del totale accetta davvero il modello senza modificarlo. In altre parole, poco più di un contribuente su 5. Questo dato può essere letto in due modi distinti: da un lato, sembra indicare una crescente fiducia da parte dei contribuenti nei confronti degli strumenti digitali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, dall’altro, però, solleva alcune domande legittime. Il punto è che il precompilato, per quanto rappresenti un enorme passo avanti in termini di digitalizzazione e semplificazione, non è infallibile.

Le banche dati dell’Agenzia non sempre raccolgono tutte le spese detraibili, soprattutto quelle meno strutturate o caricate in ritardo, e capita spesso che dati mancanti o incompleti passino inosservati a chi si limita a cliccare su accetta senza una lettura attenta. In questi casi, il rischio è perdere rimborsi legittimi o, al contrario, inserire inconsapevolmente informazioni inesatte che potrebbero richiamare l’attenzione dell’Agenzia. Oltre all’impatto economico, questo può avere anche un peso psicologico, alimentando l’incertezza e il senso di insicurezza che già accompagna molti italiani in fase di dichiarazione.

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Gli errori che costano caro: omissioni, rimborsi persi e sanzioni

Affidarsi al 730 precompilato senza alcuna verifica può sembrare la strada più semplice, ma espone a rischi concreti e spesso sottovalutati, come segnalato nella nota diffusa dall’Anc (Associazione Nazionale Commercialisti). Lo strumento digitale rappresenta certamente un passo avanti verso la semplificazione, ma non garantisce di per sé accuratezza, completezza né personalizzazione. In molti casi, accettare il modello così com’è può significare rinunciare inconsapevolmente a centinaia o migliaia di euro, solo perché alcune spese, sanitarie, scolastiche, di ristrutturazione, non sono correttamente riportate o richiedono integrazioni manuali. Il rischio cresce quando, per fretta o mancanza di esperienza, si commettono errori materiali: omissioni di redditi, familiari a carico inseriti impropriamente, calcoli imprecisi o bonifici errati. Anche un dettaglio formale, come usare un bonifico ordinario al posto di quello “parlante”, può invalidare una detrazione fiscale. Oltre a perdere detrazioni, si rischia anche di dichiarare dati inesatti, con conseguente recupero fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Oppure, all’opposto, si possono versare imposte non dovute. In tutti questi casi, l’apparente semplicità di accettare il modello precompilato così com’è può trasformarsi in un costo evitabile. E non si tratta solo di perdere un rimborso: le sanzioni per errori in dichiarazione partono da 250 euro e possono arrivare fino al 240% dell’imposta non versata, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

“Manca ancora il criterio della personalizzazione”

“Il precompilato ha semplificato l’accesso, ma non ha risolto la complessità. Manca spesso ciò che fa davvero la differenza: alcune spese che generano rimborsi, le valutazioni da parte di un soggetto competente, la personalizzazione. Bisogna aiutare le persone a non fermarsi all’apparenza di un clic – sottolineano da BonusX – ma a prendersi il rimborso che spetta loro, con il giusto supporto, senza ansie e con piena consapevolezza. In un sistema fiscale dove ogni dettaglio conta, trascurare la fase di controllo e verifica può trasformare una semplice dichiarazione in un’occasione mancata o, peggio, in un problema complesso da risolvere”.