Giovedì 18 Aprile 2024

730 precompilato, le istruzioni. Come fare la dichiarazione dei redditi 2019

I modelli sono presenti dal 2 maggio sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Come accedere? Come funziona il 730 precompilato? Ecco la nostra guida

Un'immagine di una dichiarazione precompilata del 2017 (Ansa)

Un'immagine di una dichiarazione precompilata del 2017 (Ansa)

Roma, 2 maggio 2019 - Terminata il 30 aprile la grande corsa di oltre 1,3 milioni di italiani alla pace fiscale (rottamazione ter delle cartelle e saldo e stralcio) e in attesa, come promesso da Matteo Salvini, che con un emendamento al Decreto Crescita siano riaperti i termini (con un possibile ampliamento della platea degli interessati comprendendo anche le notifiche del 2018), scatta oggi  l’operazione 730 precompilato 2019. Già presenti i modelli sul sito dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it) dal 15 aprile, dal 2 maggio (oggi appunto) i contribuenti che decidono di utilizzare per la dichiarazione il canale telematico fai-da-te potranno inviare (anche dopo averlo eventualmente corretto) il 730. E potranno farlo fino al 23 luglio. Ma come si può consultare o modificare la propria dichiarazione dei redditi 2019 direttamente online?

730 precompilato, come accedere

Per potere usufruire di questo servizio, innanzitutto bisogna essere in possesso delle “chiavi” per entrare nell’area riservata. Quindi possedere una identità digitale Spid, le credenziali fornite dall’Agenzia stessa per utilizzare i servizi di Fisconline, il Pin dell’Inps oppure la Carta nazionale dei servizi.

Come funziona

Nei nuovi modelli di 730 precompilato 2019, oltre ai dati che era possibile trovare fino allo scorso anno, l’amministrazione fiscale ha inserito un 4% in più di dati inviati da enti esterni come studi medici, banche, farmacie, assicurazioni e Università. Ma è possibile trovare nel nuovo precompilato anche le spese sostenute per parti comuni condominiali (per utilizzare il cosiddetto bonus verde) e quanto versato alle assicurazioni contro calamità a partire dal ° gennaio 2018. In particolare nel 730 precompilato, oltre ai redditi percepiti nel 2018 chi può e intende presentarlo (in larga parte dipendenti e pensionati anche per risparmiare sulle tasse togliendo gli oneri detraibili dalle imposte o deducibili dal reddito) trova già presenti le spese sanitarie, i premi assicurativi sulla vita o infortuni, i contributi previdenziali, le spese funebri, i bonifici per ristrutturazioni edilizie piuttosto che le rette dell’asilo nido o gli interessi passivi del mutuo prima casa. Ma anche le erogazioni liberali in favore delle Onlus o le spese per colf o badanti.

Come si modifica

Una volta consultato il modello, se si ritiene che sia tutto in regola lo si può, con un semplice clic, inviarlo all’Agenzia. Può succedere, però, è spesso, che qualche voce possa non essere corretta oppure manchi come ad esempio spese per i trasporti pubblici, l’affitto, spese sportive dei ragazzi, sanitarie o per l’istruzione. E’ possibile quindi modificare il modello. Lo si può fare già da oggi ma dal 10 maggio le modifiche potranno essere inserite con la cosiddetta compilazione assistita. Una modalità di compilazione guidata e semplificata che, partendo dalle spese presenti nel foglio informativo, permette di inserire nuovi documenti di spesa oppure modificare, integrare o cancellare i dati delle spese già precompilate. Questa modalità è utilizzabile anche per le spese effettuate per i familiari a carico.

730 precompilato, i controlli

Se tutti i dati precaricati nel modello precompilato sono corretti, si può accettare e inviare il 730 senza modifiche. In questo caso si evitano i controlli formali sugli oneri detraibili o deducibili comunicati da soggetti terzi, come gli interessi del mutuo comunicati alle Entrate dalle banche. Ma l’esonero è limitato agli oneri: se nella precompilata manca un reddito e il contribuente la accetta, sarà comunque soggetta a possibili verifiche. Se si opta per le modifiche con la compilazione assistita si ha il vantaggio che gli eventuali controlli saranno fatti solo sui dati modificati. Per accedere a questa funzione nel menu della precompilata, come ricorda la guida di Altroconsumo (consultabile su www.altroconsumo.it/730) bisogna selezionare il “quadro E – compilazione assistita”. Ricordatevi che si si può sempre passare da una modalità di compilazione all’altra (assistita o no) ma tutto quello che era già stato inserito viene automaticamente cancellato e vengono ricaricati i dati che risultano al Fisco.

Consigli utili

Tra gli oneri e le spese, ricorda sempre la guida di Altroconsumo, si può vedere il dettaglio delle spese sanitarie. Il consiglio è di armarsi di pazienza e controllare le voci di spesa, non è raro purtroppo che gli importi delle singole voci siano sbagliati o che manchino del tutto. Un esempio comune sono le fatture che hanno l’imposta di bollo da due euro, spesso caricate nel precompilato al netto di queste. Ricordatevi di inserirle nel totale perché sono detraibili insieme alle spese sanitarie. Oppure i farmaci segnati come tali sullo scontrino vengono talvolta indicati come farmaci veterinarinel riepilogo delle spese sanitarie: in questo caso è facile che abbia ragione l’Agenzia delle entrate, se volete verificare cercate on line il numero di Autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) che trovate sullo scontrino. Altri errori possono essere commessi nel caricare le fatture degli specialisti, anche veterinari, dove vengonopersi per strada i contributi alla cassa previdenza o l’Iva se applicata: sappiate che è sempre detraibile il totale della fattura.

Se avete un’assicurazione che rimborsa le spese sanitarie, sappiate che nella maggior parte dei casi questa comunica all’Agenzia delle Entrate solo il totale che vi ha rimborsato nell’anno, non il dettaglio ricollegabile alla singola spesa. Questo significa che se avete una fattura di 100 euro per cui avete ricevuto un rimborso totale o parziale, nella riga del dettaglio spese sanitarie troverete un No sotto la voce rimborso. Sta a voi verificare che i totali coincidano. In caso di indennizzo diretto, cioè l’assicurazione ha sostenuto la spesa medica al vostro posto, spesso troverete comunque l’importo tra le spese sanitarie detraibili. Quindi controllate sempre i totali perché le spese rimborsate non devono essere detratte a meno di casi particolari.

Nella sezione oneri e spese, alla voce “Interessi per mutui ipotecari per acquisto abitazione principale” potreste invece trovare due voci, come se aveste più di un mutuo, ma che entrambi gli importi indicati non sono stati utilizzati. Questo succede normalmente in caso di surroga, cioè quando in corso d’anno si cambia la banca con cui si ha il mutuo in essere. Altre volte è dovuto al fatto che il mutuo è stato “cartolarizzato”, cioè ceduto dalla banca in toto o in parte ad altre società finanziarie. In entrambi i casi, benché il dato non venga utilizzato dal Fisco per compilare il 730 non dovete preoccuparvi, potete inserire voi l’importo nel rigo E7 sommando quanto risulta indicato, o comunque quanto riportato sulla certificazione rilasciata a fine anno dalla banca con il prospetto degli interessi versati.

Infine, se nel corso del 2018 avete sostenuto spese di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica o per il bonus mobili, nel riepilogo dei dati considerati per preparare la dichiarazione dei redditi troverete solo i bonifici che avete fatto per il pagamento delle spese, ma il dato non viene utilizzato per predisporre il 730. Le spese vere e proprie devono essere inserite perché al Fisco risultano esclusivamente i bonifici effettuati in modo corretto, non ha modo di sapere preventivamente se tutta la procedura si sia svolta correttamente.

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