Roma, 30 giugno 2014 - Ci siamo: da oggi le imprese e i lavoratori autonomi sono tenuti ad accettare i pagamenti superiori ai 30 euro anche attraverso il tramite Pos. Una norma nata per esigenze di tracciabilità e di lotta all’evasione, che nasce però 'azzoppata' in quanto non è prevista alcuna multa per gli inadempienti.

TUTTI COL POS - Dal conto del ristorante alla parcella del medico e del notaio, dalla fattura dell'idraulico o del falegname al parrucchiere: il consumatore potrà chiedere di pagare con il Pos. Il tempo per mettersi in regola c'è stato: la norma doveva entrare in vigore già il 13 dicembre 2013, ma poi è slittata di sei mesi proprio per permettere a imprese e lavoratori autonomi di dotarsi del Pos. Non che ne siano felici, anzi: decine di associazioni di categoria hanno protestato lamentando costi e commissioni rilevanti, a fronte di importi non elevati, a tutto vantaggio dei circuiti finanziari.

NIENTE MULTE - Ma come spesso accade in Italia, una norma che sembra rigida finisce per essere morbidissima: non è prevista alcuna sanzione per chi non si doterà di Pos, quindi non è difficile immaginare che molti continueranno a farne a meno. Confermano i consulenti del Lavoro: "La mancata installazione del terminale Pos non produce un inadempimento sanzionabile". E quindi "non c’è nessun obbligo di installazione del Pos a carico dei professionisti".

NESSUN OBBLIGO PER CHI PAGA - L’obbligo dei Pos per commercianti e professionisti non impone il pagamento elettronico ai consumatori ma è solo una opportunità. Lo afferma il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti che chiede che i costi non vangano scaricati sui consumatori e non si trasformino in un regalo per le banche.

I COSTI - In effetti - dati della Cgia di Mestre - il costo medio per impresa o studio professionale si aggirerà intorno ai 1.200 euro l’anno. E il segretario Bortolussi spiega: "Ci sono poi notevoli difficoltà per quelle attività che si svolgono fuori sede: idraulici, elettricisti, falegnami, antennisti, manutentori di caldaie, nonché dipendenti e collaboratori, spesso si recano singolarmente presso la dimora o l’immobile del committente. Questo comporta che ciascun dipendente e collaboratore dovrà essere dotato di un Pos. Il legislatore ha idea di quali costi dovranno sostenere queste aziende?".

CONFESERCENTI: "BATOSTA" - Secondo i dati di Confesercenti l’obbligo di accettazione di pagamenti via bancomat e carte di credito è una "batosta"’ per le imprese da circa 5 miliardi l’anno, tra costi di esercizio e commissioni. In più la novità rischia anche di essere inutile: a grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento. Secondo Confesercenti si tratta di "Una ‘tassa’ superiore per esborso al gettito dell’addizionale comunale dell’Irpef, e che rischia di mettere in difficoltà le imprese proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa". Inoltre "l’intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano a essere resti ad accettare le transazioni elettroniche. Soprattutto se si considera che i costi di utilizzo e installazione dei POS hanno un’incidenza ancora maggiore per gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità e da piccoli margini - come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti, i bar ed altri - che vedranno il proprio utile dimezzarsi o azzerarsi, andando addirittura in rosso". Il peso economico delle transazioni elettroniche - rileva l’indagine condotta con Swg - preoccupa anche i consumatori. Tra gli ostacoli alla diffusione della moneta elettronica segnalati con maggiore insistenza dagli italiani compaiono in prima posizione proprio i costi di carte e bancomat - indicati dal 40% dei nostri concittadini - e il rischio di frode, che preoccupa il 34% mentre rimane uno zoccolo duro del 16% che non nasconde difficolta’ nel tenere contro delle spese effettuate.

CODACONS: "UNA BUFFONATA" - Il provvedimento è "una vera e propria buffonata". Così il Codacons, che spiega: "Il decreto che istituisce l’obbligo di Pos per esercenti e professionisti, non prevede alcun tipo di sanzione per chi non si adeguerà alla norma. Ciò significa che, nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare, e i commercianti che da domani non si doteranno di Pos, non rischieranno nulla, e potranno comportarsi come meglio credono". Si tratta del "solito pasticcio all’italiana", sottolinea il presidente dell’associazione Carlo Rienzi.

I POS IN ITALIA - "La rete italiana di Pos e Atm - evidenziano fonti di settore - sono una realtà con numeri in crescita anche se ancora lontani da paesi come Francia o Gran Bretagna. Attualmente ci sono 1,4 milioni di Pos e 34 milioni di carte Bancomat che salgono a 90 se si aggiungono quelle di credito o le prepagate.
Anche le transazioni sono in aumento. Per quanto riguarda i costi, questi sono di pertinenza delle singole banche anche se ultimamente si stanno registrano numerose offerte commerciali. L’utilizzo - affermano - è una questione culturale che ci distanzia ancora dagli altri paesi europei".