Milano, 9 maggio 2014 - I fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo, Luca, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza e posti ai domiciliari in un'inchiesta che riguarda la holding di partecipazione finanziaria Sopaf. Altri arresti, perquisizioni e sequestri sono tuttora in corso. I reati contestati agli indagati dalla magistratura di Milano sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale. I finanzieri avrebbero accertato una distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo.

IN TUTTI I DOSSIER - I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza: Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente di Nomura Italia (chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell'inchiesta Mps) e in passato avrebbe partecipato anche alla scalata Telecom, la "madre" di tutte le Opa; Aldo Magnoni è stato l'ideatore dell'Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom; Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf.

QUADRO ARRESTI - Con i Magnoni sono stati raggiunti dallo stesso provvedimento di custodia cautelare anche altre tre persone. Due di queste sono Andrea Toschi e Alberto Ciaperoni. Toschi è stato in passato presidente di Arner Bank, la banca il cui conto corrente numero uno era intestato a Silvio Berlusconi, e amministratore delegato della società di gestione risparmio Adenium (controllata al 100 per cento da Sopaf), veicolo e strumento del sodalizio criminale.

"TRUFFA ALLE CASSE PREVIDENZIALI" - I reati contestati a vario titolo dal pm di Milano, Gaetano Ruta, che ha coordinato le indagini svolte dalla Guardia di finanza, sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale in merito alla presunta appropriazione per un controvalore di 79 milioni di euro. Secondo il Sole 24 Ore, le operazioni contestate sarebbero state realizzate ai danni di tre casse di previdenza private: quella dei ragionieri e periti commerciali (Cnpr) per 52 milioni, quella dei medici (Enpam) per 20 milioni, e quella dei giornalisti (Inpgi) per 7 milioni. I tre enti sono parte lesa.

SEQUESTRO BENI - Nell'ipotesi di risarcimento ai danneggiati, le Fiamme gialle hanno sequestrato numerosi beni riconducibili ai 7 arrestati e ai 3 indagati a piede libero. Il tesoro sotto custodia ammonta a 65 immobili, la maggior parte nel centro di Milano villette residenziali, autovetture. Bloccati anche oltre 250 rapporti bancari in varie parti d'Italia.

I PRECEDENTI - Aldo e Giorgio Magnoni erano facce già note a Palazzo di Giustizia. Entrambi sono stati coinvolti in un'altra inchiesta della procura di Milano, e condannati in primo grado a quattro anni per truffa ai danni della Cassa di risparmio di Ferrara, in relazione ad alcune operazioni immobiliari. Giuliano, padre di Ruggero, Aldo, Giorgio e nonno di Luca, fu socio e consuocero del finanziere Michele Sindona.