Roma, 22 aprile 2014 - Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul decreto lavoro, e le tensioni all’interno della maggioranza non si placano. Dopo un vertice di due ore e mezza a Montecitorio, i nodi sembrano solo rinviati: il provvedimento sarà 'blindato' per favorire il primo passaggio parlamentare in aula, ma le questioni poste dall’Ncd saranno riproposte al Senato. Lo stesso ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ammette che a palazzo Madama "si continuerà a discutere" e dice ai cronisti che i problemi con gli alfaniani "non sono ancora risolti".

NCD - Il Nuovo centrodestra, chiarisce la capogruppo alla Camera, Nunzia De Girolamo, voterà la fiducia al governo, ma si prepara a dare "battaglia": "Siamo alleati del governo e degli italiani - dice - ma il nostro sostegno al governo è condizionato alla battaglia che faremo al Senato sul testo che considieriamo migliore per il paese". Anche il capogruppo Ncd a palazzo Madama, Maurizio Sacconi, ripete che "il nostro impegno sarà quello di fare valere le nostre ragioni". Lo stesso Sacconi, che aveva ribadito in mattinata le critiche del patito di Alfano al dl, chiedendo il "ripristino sostanziale delle semplificazioni ai contratti a termine e di apprendistato", attribuisce il mancato accordo ad un braccio di ferro interno al Pd. Secondo l’ex ministro infatti, durante il vertice, Poletti avrebbe proposto una mediazione per appianare le divergenze, tornando al testo passato in Commissione senza modifiche. Mediazione che, secondo Sacconi, l’Ncd avrebbe accettato ma che sarebbe invece stata respinta dal Pd, in particolare da Cesare Damiano.

SCELTA CIVICA - Anche Scelta civica, che parla di "pregiudizio ideologico" sia del Pd che dell’Ncd, voterà la fiducia al governo ma chiede che nella discussione in Senato l’esecutivo intervenga per modificare il testo.

FORZA ITALIA - Per Forza Italia, Renzi “è stato costretto a chiedere la fiducia perché la sua maggioranza è indecisa su tutto". Brunetta attacca: "Che tristezza per il rottamatore. Chi può gli stacchi la spina".

RENZI - In serata arriva l'altolà di Renzi: "Sono discussioni alle quali un cittadino normale è abbastanza allergico - dice il premier al Tg1 -. Stiamo discutendo se le proproghe devono essere cinque o otto, sono dettagli. Con tutto il rispetto per chi deve fare campagna elettorale, noi pensiamo agli italiani". Le polemiche dentro la maggioranza -dice - sono "tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale, ma con rispetto della campagna elettorale noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l’accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione". Renzi tocca anche il tema del taglio Irpef: "Certi soloni parlano di elemosina elettorale" sugli ottanta euro in busta paga, "ma vorrei vedere loro campare con mille euro. Brunetta e Grillo sono due facce della stessa medaglia, quelli che si divertono con chiacchiere e comunicati stampa. Noi abbiamo iniziato e loro stanno sempre alle chiacchiere". Sulle riforme accusa: "Alcuni senatori sono alla ricerca della visibilità, è comprensibile ma la politica è un’altra cosa". Bisogna "ascoltare tutti - continua -, ma alla fine o si decide o la politica si perde la faccia. Se vogliono perdere la faccia facciamo pure, io no".

IL MINISTRO PADOAN / RIFORMA POLETTI -  La riforma del lavoro proposta dal ministro Poletti avrà effetti positivi sull’occupazione, è convinto Padoan, intervenuto a Radio Anch’io, proprio nel giorno in cui la riforma approda in aula alla Camera. “Le condizioni recessive - ha detto il ministro - sono peggiorate. C’è purtroppo una ripresa fragile ma positiva ma stenta a tradursi in più occupazione. La riforma Poletti accelera il beneficio in termini di occupazione della ripresa che si sta consolidando”.

AMMORTIZZATORI - Le coperture per gli ammortizzatori sociali “si trovano”, ha detto Padoan a Radio Anch’io. Secondo l’inquilino di via XX settembre con la riforma del mercato del lavoro cambierà il meccanismo di allocazione delle risorse anche per gli ammortizzatori. “Si tratta”, ha aggiunto, “di cambiare il meccanismo attraverso cui si offre sostegno ai lavoratori”.

BONUS IRPEF - “Il bicchiere è mezzo pieno e pensiamo di riempirlo via via che le misure diventano permanenti e la base di beneficiari si allarga: l’operazione richiedera’ qualche mese”, aggiunge l ministro dell’Economia. Riferendosi al decreto sul bonus Irpef, ha aggiunto che intervenire anche per i pensionati “sarebbe costato troppo e non sarebbe stato credibile ora”. 

SUPERSTIPENDI - Il tetto deciso dal governo per gli stipendi dei manager pubblici porterà nelle casse dello Stato 40 milioni di euro, dice il ministro dell’Economia: “Non si tratta di una cifra preponderante, ma è una questione di segnali perché tutti devono contribuire”. Quanto al confronto con altri Paesi, secondo Padoan, “in gran parte dei casi i manager pubblici sono pagati come proponiamo noi o meno”.

PAESE SOLIDO  - “La situazione finanziaria del nostro paese è solida”. La rassicurazione arriva dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto a Radio Anch’io. Per il ministro “l’obiettivo del governo è completare il consolidamento fiscale che in Italia è molto più avanti che in altri paesi”.

TASSE, TAGLI STRUTTURALI - “Occorre passare da misure una tantum a riforme strutturali sia per ragioni di interesse nazionale sia per il rispetto dei vincoli a livello nazionale ed europeo”, ha detto il ministro aggiungendo che sia “strutturale” anche “l’abbattimento delle tasse”.

NO MANOVRA CORRETTIVA - Dopo il bonus di 80 euro in busta paga per i redditi fino a 1.500 euro, il governo è impegnato su più fronti, tra cui il rifinanziamento per un miliardo della Cig, le missioni internazionali e la possibile estensione del bonus agli incapienti. Le risorse da individuare sono ingenti ma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, esclude una manovra correttiva, spiega al Sole 24 Ore: “I capitoli sono tanti e troveremo le soluzioni per reperire le risorse necessarie. Se mi chiede se sono preoccupato, le dico che ci sono preoccupazioni tutti i giorni ma in questo momento escludo una manovra correttiva”.

Quanto alle coperture per rendere strutturale il bonus dal 2015 Padoan aggiunge che “per il 2015 non le abbiamo scritte come coperture di una manovra con forza di legge. Sull`evasione siamo stati molto prudenti, inserendo come copertura solo il recupero già contabilizzato. Cioè 300 milioni per il 2014. Quella dei 3 miliardi per l`anno successivo è solo una stima, che però tiene conto dell`attuazione della delega fiscale che può portare ottimi risultati. In quanto ai tagli di spesa sono convinto che abbiamo il tempo per far decollare la spending review, anche in considerazione dei miglioramenti che ci saranno sul fronte della crescita”. Sul contributo che le banche forniranno in questa fase con un aumento dell’imposizione fiscale, Padoan sottolinea: “Siamo consapevoli che le banche forniranno un contributo importante, ma siamo anche convinti che non per questo faranno mancare il credito in questa fase delicata”.

PADOAN OSPITE A BALLARO' - “Questa è un’operazione che dà risorse vere a famiglie e imprese e le dà in tempi molto brevi”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan questa sera a ‘Ballarò’ su Rai3, parlando del dl lavoro. “Ci saranno in busta paga 80 euro in più, quello che ci sarà scritto lo lascio ai tecnici che stanno lavorando in queste ore”, ha aggiunto il ministro.

“Non sono un politico, questa è una operazione che dà potere d’acquisto alle famiglie in un momento in cui c’è una ripresa fragile. Questo da fiducia e aumenta i consumi”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, parlando del dl Lavoro e alle critiche mosse da Beppe Grillo che ha parlato di “voto di scambio”.

80 EURO - Per gli 80 euro in più in busta paga a chi guadagna meno di 1500 euro al mese “sappiamo dove trovare le risorse e abbiamo fiducia di trovarle dove le cerchiamo”. “L’elemento fondamentale è che il taglio di tasse è finanziato da un taglio di spese e questo rende assolutamente credibile la manovra”.

BILANCIO IN PAREGGIO - “In tre anni raggiungeremo il pareggio strutturale di bilancio. Questo non lo chiede solo l’Europa, ma noi con la nuova legge che ci siamo dati”. “Sono un tecnico - ha ribadito Padoan - ma la forza del governo sta nel fatto che ci sia una strategia unica che deve tenere. E’ imperativo mantenere il vincolo di bilancio. abbiamo degli obiettivi da raggiungere - ha spiegato ancora il ministro -. Il deficit sarà in equilibrio nel 2015 a 0,1 e sarà a zero nel 2016”.

F35 -  “Non lo so quanti ne compreremo. Abbiamo ragionato non tanto in termini di F35. Il sistema di Difesa in Italia richiede 4 impiegati per soldato. Ci sono enormi spazi di efficientamento nel settore”.

STIPENDI MANAGER - “L’importante è che ci sia un tetto per i manager. E questo tetto vale per i contratti a partire dal primo maggio. Non credo che ci siano le basi per fare ricorsi - ha spiegato Padoan -. Ci sono molte persone che saranno scontente ma ci saranno molte molte più persone che saranno contente”.

TAGLI SANITA'  “Non ci sono tagli alla Sanità nel decreto e se ci saranno tagli sui servizi sanitari questo farà parte di scelte che saranno effettuate in tutta autonomia dalle Regioni”.

“Renzi ovviamente è molto dinamico ma le decisioni finali sono sempre condivise. Il governo funziona come una squadra e il mio obiettivo è quello di mettere il Ministero al servizio della squadra”.

L'EURO CONVIENE -  “L’euro ci conviene di gran lunga perché stare fuori dall’euro renderebbe l’Italia più povera e più ingiusta”.