Roma, 11 luglio 2011 - Dopo il venerdì è anche lunedì nero per la Borsa di Milano, di nuovo la peggiore tra le piazze europee con il Ftse Mib in calo del 3,96% a 18.295 punti, mai così in basso in chiusura da luglio 2009, e l’All Share del 3,8% a 19.041 punti.

 

Non si arresta la speculazione a piazza Affari, per nulla rincuorata dalla trasparenza imposta dalla Consob sulle vendite allo scoperto. Nel giorno della riunione dell’Eurogruppo, la crisi del debito continua a preoccupare mentre, di riflesso, scende anche Wall Street.

 

Ribassi da record sul Ftse Mib, con l’indice arrivato a perdere fino al 4,9%: il paniere è tinto di rosso nel finale con la sola eccezione di Fonsai (che però solo nella scorsa settimana aveva perso poco meno del 30%).

 

Maglia nera della seduta per Intesa Sanpaolo, che chiude in calo del 7,74% tra scambi doppi rispetto alla media giornaliera dell’ultimo mese; scambi da record anche per Unicredit che, dopo avere tentato il rimbalzo in mattinata, ha ripiegato scendendo a perdere oltre il 10% per poi chiudere a -6,33%.

 

Pesanti tutte le banche, scendono gli industriali, con Fiat in calo del 5,38%, Fiat Industrial -1,62% e Pirelli -2,17%; pesante anche Telecom (-5,49%) mentre contiene le perdite Stm (-0,29%). Tra gli energetici Enel cede il 4,07%, Eni il 2,76% e Saipem il 2,24%.

 

MALE MEDIASET, PEGGIO CIR - Cade Mediaset (-3,82%) nella prima seduta dopo la sentenza sul cosiddetto lodo Mondadori; lo stesso titolo del gruppo editoriale perde il 4,51% ma, nonostante la decisione dei giudici, va peggio a Cir (-7,21%) con Cofide -1,58%, Sogefi -1,60% e il gruppo Espresso -3,37%. Scivola anche Parmalat (-4,15%) su cui si sono spenti i riflettori dopo il successo dell’opa Lactalis chiusa venerdì.

 

Sul listino completo da segnalare, in decisa controtendenza, il nuovo balzo di Seat pagine gialle (+6,63%) che ha annunciato il rinnovo di un accordo con Google.

 

SPREAD BUND- BTP - Venerdì scorso si erano innescate forti pressioni sui titoli di Stato della penisola, con cali dei prezzi e speculari aumenti dei rendimenti che hanno fatto ampliare il differenziale (spread) di rendimento rispetto ai bund della Germania. Oggi questo spread ha segnato un nuovo massimo storico a 305 punti base. Materialmente significa che per trovare acquirenti disposti ad assumere il rischio, i Btp decennali già scambiati sul mercato dovevano offrire un rendimento di 3,05 punti percentuali superiore agli equivalenti tedeschi, i bund.

 

In queste emissioni i rendimenti si muovono nella direzione opposta al prezzo: se questo cala i tassi retributivi ne risultano rafforzati e oggi sui Btp decennali i rendimenti hanno segnato un nuovo primato al 5,71 per cento. All’opposto i titoli dei paesi ritenuti più sicuri vengono premiati, e i rendimenti dei bund sono calati al 2,66 per cento, secondo i dati Tradeweb.

 

MERKEL: "APPROVARE MANOVRA" - Il cancelliere della Germania, Angela Merkel ha affermato che è necessario approvare in tempi stretti il nuovo piano di aiuti alla Grecia, e siè detta pronta a "difendere l'Euro", anche se ritiene la moneta "stabile". Il cancelliere tedesco ha rivelato di aver chiamato il premier Silvio Berlusconi, esortando l’Italia ad approvare la manovra di risanamento dei conti pubblici approntata dal governo. Nel frattempo, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, ritiene “convincente” la manovra italiana e sostiene che il Paese sia “sul percorso giusto”.

 

BORSE EUROPEE GIU' - Nel frattempo a Parigi cade del 2,33 per cento, Francoforte del 2,02 per cento, Londra cede lo 1,07 per cento. Accentua i ribassi anche l’euro, che finisce a 1,4051 dollari sui minimi da un mese e mezzo.

 

MALE ANCHE WALL STREET - Giù anche Wall Street, con il Dow Jones al meno 1,04 oper cento negli scambi mattutini e il Nasdaq al meno 0,99 per cento. Il tutto mentre venerdì scorso altri effetti deprimenti sui mercati erano giunti con risultati decisamente deludenti dai dati di giugno sul mercato del lavoro Usa: hanno segnalato sostanzialmente un arresto della creazione di nuovi posti e un inatteso aumento della disoccupazione negli Usa. Inoltre Wall Street risente del trascinarsi delle trattative tra Casa Bianca e repubblicani sull’aumento dei limiti al deficit di bilancio federale. Intanto da oggi inizia la stagione dei rapporti trimestrali sugli utili delle grandi società quotate, su cui non ci sono attese esuberanti.

 

MOSSA UE -  La Commissione europea vuole proibire alle agenzie di rating di valutare i paesi sottoposti a un programma internazionale di aiuto (come Irlanda, Grecia e Portogallo). Lo ha espressamente indicato il responsabile del mercato interno Michel Barnier. “Chiederò alla presidenza polacca di mettere questo argomento all’ordine del giorno dei prossimi Ecofin, naturalmente dovra’ esserne studiata la fattibilità e dovranno essere verificate le modalita’ di tale proibizione”, ha detto in un discorso a Parigi.
 

 

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SOFFRE L'EURO - Il peggioramento degli allarmismi sui rischi di debito in Europa traina al ribasso l’euro sul mercato dei cambi, sotto 1,41 dollari nel pomeriggio ai minimi da un mese e mezzo a questa parte. E rispetto al franco svizzero la valuta comune ha segnato un nuovo minimo storico, con l’euro a 1,1694 franchi.

 

Tuttavia non è solo sull’euro che incombono prospettive cupe: secondo gli analisti di Pictet “le prossime settimane si annunciano dolorose per più di una economia, a cominciare dagli Stati Uniti che si trovano in una situazione più che precaria”. Nel pomeriggio l’euro cala a 1,4049 dollari..

 

FT: "ALLARMISMI ESAGERATI" - I mercati stanno esagerando con l’allarmismo sull’area euro e sull’Italia, e all’opposto continuano a prendere troppo alla leggera gli squilibri di bilancio degli Stati Uniti. Lo afferma il Financial Times, in un articolo della rubrica di approfondimento Lex Column nell’edizione online, che prende in esame la questione a cui il quotidiano continua a dedicare l’apertura: l’ondata di vendite che ha investito la Borsa di Milano e le pressioni ribassiste sui titoli di Stato del Belpaese, guardata in parallelo all’apparente “noncuranza” sui rischi della posizione di bilancio degli Usa.

 

“L’Italia è l’ultimo punto di pressione europeo”, e da inizio maggio si è verificato un forte aumento degli indicatori sui costi dei contratti di assicurazione contro l’insolvenza sui bond dell’Italia.

 

“Questo ha poco senso - dice il Ft -. Per almeno un decennio i politici italiani, sia di destra che di sinistra si sono piegati al tecnocrati del Tesoro italiano. E questo dovrebbe proseguire con o senza forte crescita economica. Il livello di debito del paese, al 119 per cento del Pil è ben troppo alto, ma il prossimo anno dovrebbe stabilizzarsi”. Gli operatori animati da sentimenti ribassisti sull’Italia “si preoccupano delle sue banche. Ma non ci sono segnali di una incombente crisi in un paese che non ha avuto una bolla nell’immobiliare”.

 

Invece secondo il quotidiano “la paura più ragionevole” è quella che riguarda l’irrazionalità degli stessi investitori. Perché “una ritirata degli acquirenti dai titoli di Stato finirebbe per creare una crisi sui finanziamenti” del paese “poco importa quanta austerità di bilancio metterebbe in campo il governo”.

 

All’opposto, nonostante l’elevato deficit di bilancio, superiore a quello dell’area euro, i premi di rischio su titoli di stato statunitensi restano molto contenuti, come sulla Germania, che invece ha un bilancio notoriamente solido. “Perché queste differenze di trattamento? Gli investitori potrebbero ricordarsi come era il mondo prima dell’euro e immaginare facilmente cosa accadrebbe dopo una frattura dell’area valutaria. Ma non possono veramente immaginare un mondo finanziario non costruito sul debito americano”.

 

Tuttavia, secondo il Ft “questa mancanza di immaginazione è pericolosa”. Perché se “le pressioni di mercato hanno spronato i paesi dell’area euro, Italia inclusa ad agire responsabilemente”, la loro “noncuranza sta permettendo agli Usa di flirtare sull’orlo del disastro”. In pratica “da una sponda dell’Atlantico i mercati stanno rendendo l’area euro più rischiosa di quanto sia necessario. E dall’altra parte trattato gli Usa in maniera meno rischiosa di quanto sia”.

 

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