Martedì 23 Aprile 2024

Nebbiolo, trovare la luce nel buio

il vitigno di Langa che muta di vigna in vigna

La Langa ha un fascino estremo. Ti porta in alto con gli sguardi e vedi le vigne che si buttano giù, al calanco, come a irrigarlo. I casolari stanno qua e là, a puntellare colline gonfie, mentre la terra è arata tutta e la vigna è un ricamo. I vini di Langa sono vini che respirano, vini d’altura e altitudine, che significano acidità, freschezza, finezza. Si capisce dunque perché il Nebbiolo sia uno dei vitigni italiani che più si avvicina, anche geograficamente, ai francesi. Il nome fa pensare alle nebbie che fino a mattina inoltrata avvolgono queste colline. Se ci andate ad ottobre, le vedrete dialogare con il sole. Nebbie e sole dunque, poi aria e venti: sono il nutrimento degli acini del Nebbiolo che stanno piccoli e densi al tralcio. I grappoli hanno una patina di nero tendente al grigio, dentro invece nascondono la notte, un sangue scuro che brilla. Mordere un acino di Nebbiolo è gesto audace: è come mordere un carbone d’uva, un sangue pesto di vigna, denso, concentrato, ruvido che un giorno diventerà un grande vino da invecchiamento. La luce sta nel buio, dunque in quell’acino nero. Il Nebbiolo diventerà, col tempo, filo di seta che attraversa il palato con il suo carico vergine di mirtilli, lampone, ribes sotto spirito, pepe bianco, cacao, mineralità argillosa. Con gli anni assume un abito ancora più originale, dal colore rubino con riflessi aranciati, note speziate che variano dalla cannella alla noce moscata e fino alla tostatura di caffé o alla radice di liquirizia e in ultimo al tabacco, foglia di tabacco in particolare, con squilli di anice. Ma attenzione a non semplificare troppo. Se visitate le Langhe e il Roero o le altre zone di queste uve, fate attenzione: come avviene per le denominazioni francesi, anche per il Nebbiolo si può parlare di cru, ovvero di vigna diversa una dall’altra e dunque di Nebbioli e non di Nebbiolo in senso assoluto. Ecco, assoluto è il termine che più gli si addice, motivo per cui non abbinatelo a niente, perché questo vino, esattamente come il suo acino vestito di nebbia e ripieno di buio luminoso, basta.