Cosa significa Vino Riserva?

Hai sentito parlare di vino riserva ma non sai cosa significa? Scopri tutti i dettagli del processo di affinamento che porta alla produzione dei vini.

Cosa significa Vino Riserva?

Cosa significa Vino Riserva?

L’Italia è un Paese di amanti dei vini di qualità e proprio per questo buona parte dei vini pregiati prodotti nella penisola vengono esportati oggi in molti Paesi. Tutti gli amanti del vino sanno distinguere un buon vino da un altro meno buono, ma non sempre si sanno individuare esattamente le differenze fra le diverse tipologie della bevanda. 

Leggere le etichette non basta: sono moltissime le diciture che caratterizzano i vini pregiati e solo chi consuma abitualmente vino e lo compra nelle enoteche riesce ad individuare il tipo di vino ideale. Come è possibile riconoscere un vino Riserva?

Vino Riserva: definizione

Il termine Riserva, come del resto Classico e Superiore, può essere utilizzato solo se si ha a che fare con vini DOC (Di Origine Controllata) o DOCG (Di Origine Controllata e Garantita), ovvero vini prodotti secondo un disciplinare preciso conforme alla legislazione UE.

In particolare il termine Riserva indica una "cura" maggiore della versione base delle stesso vino.

Un vino Riserva è sottoposto a un periodo di invecchiamento ulteriore rispetto a quello previsto dal disciplinare di produzione del vino stesso. Per i rossi il periodo di invecchiamento copre un arco di tempo di almeno due anni, mentre per i bianchi di almeno un anno. 

Vino Riserva caratteristiche

Per riconoscere un vino Riserva è necessario controllare l’etichetta. Quando su una bottiglia si trova la dicitura Riserva significa che all’interno c’è un vino che ha già qualche anno, è pregiato e sicuramente ha un valore speciale legato al territorio e alla sua produzione.

La menzione Riserva si può applicare solo a vini che hanno il riconoscimento DOC e DOCG, e che perciò hanno un disciplinare che già ne definisce ogni aspetto della produzione.  Se a un vino viene attribuita la dicitura Riserva significa che il prodotto è particolarmente pregiato, di solito più corposo e con un grado alcolico maggiore, che arriva spesso da vigneti che sono stati precedentemente selezionati per le loro caratteristiche uniche. 

La menzione Riserva alcune volte si può trovare in etichetta abbinata ad altre menzioni, come Classico o Superiore.

- Nel primo caso (Classico Riserva), significa che il vino proviene da territori originali e tradizionali di produzione del vino (da qui la menzione Classico) oltre al maggior periodo di invecchiamento;

- Nel secondo caso, leggere in etichetta Superiore Riserva, significa che il vino ha una maggiore gradazione alcolica rispetto a quella prevista nel disciplinare di produzione (Superiore significa infatti che il vino ha un grado alcolico più alto) oltre al maggior periodo di invecchiamento.

Esempi vini Riserva

Il periodo di invecchiamento che contraddistingue la produzione dei vini Riserva deve essere almeno di due anni, se si tratta di vini rossi, oppure di almeno un anno, in caso di vini bianchi.

Tuttavia, il periodo di invecchiamento può coprire un arco di tempo molto più lungo.

Per esempio, il vino DOCG Nobile di Montepulciano per essere definito Riserva deve essere affinato per 3 anni (di cui 6 in bottiglia) contro i 2 anni canonici e deve avere una gradazione di 12.5°C contro i 12°C del Montepulciano DOCG base; solo quando soddisfa queste caratteristiche il vino viene definito Riserva e ottiene, quindi, un pregio maggiore. 

Un altro esempio è il vino Chianti DOCG: questo vino può avere la menzione “Chianti Riserva” solo se ha un invecchiamento di almeno due anni, il quale viene calcolato a decorrere dal 1 gennaio dell’anno successivo a quello in cui le uve sono state raccolte.