Giovedì 25 Aprile 2024

Come si coltiva la vigna in Francia

Quali sono le caratteristiche della coltivazione della vigna in Francia e quali elementi la rendono unica?

vino in francia

vino in francia

Sulla coltivazione della vite esistono tanti manuali specifici, poiché si tratta di una delle piante più importanti e che caratterizzano in modo determinante i paesaggi agrari italiani e europei. 

La Francia è il paese la cui cultura enologica ha avuto nel tempo la più grande influenza su tutte le altre nazioni dove viene prodotto il vino. Essa ha compreso e saputo mettere in pratica un modello di qualità senza eguali, che ha fornito le basi per ogni produzione enologica di livello superiore.

Metodo francese: caratteristiche

La vite è diffusa su tutto il territorio della Francia, salvo le zone al di sopra dei 50° di latitudine dove la sua coltivazione non è quasi più possibile. Con i suoi 840.000 ettari vitati la Francia è seconda solo alla Spagna, e con i circa 40 milioni di ettolitri è sempre in contesa per il primo posto come produttore mondiale con l’Italia. 

Il sistema Sylvoz per coltivare le viti è un metodo di coltivazione e potatura francese, utilizzato prevalentemente al nord, che permette una maggiore captazione di luce e, di conseguenza, una maggiore produzione. Questo metodo predispone la pianta in modo da ricevere la maggior parte di luce solare disponibile e a stimolare la maggior produzione.

Occorre disporre i filari a quattro – cinque metri l’uno dall’altro, e sui pali sono collegati 4 o 5 fili orizzontali, con il primo in basso che si trova all’incirca ad un metro dal terreno; i fili seguenti, verso l’alto, hanno una distanza fra loro di circa cinquanta centimetri.

Il ceppo della vite ha un’altezza variabile fra un metro e mezzo e due metri e mezzo; il primo ramo dal basso, che il coltivatore sceglierà tra quelli che gli sembrano più forti, viene denominato cordone, e legato al secondo filo dal basso; i tralci che partiranno dal cordone, da quattro a sei, invece, saranno piegati verso il basso e legati al primo filo.

Potatura vite

Il viticoltore decide quale forma dare alla sua pianta, tramite potature di diversa natura, il che porterà al risultato stabile almeno dopo tre – quattro anni, a seconda del grado di fertilità del terreno e di rigogliosità della vite.

Con il sistema Sylvoz, si applica la potatura lunga, con cordone orizzontale permanente; ma nei primi due anni, per ottenere il miglior risultato possibile, deve essere eseguita la normale potatura corta.

Dal terzo anno in poi, si lascerà il tralcio più bello ottenuto negli anni precedenti, e si legherà al secondo filo dal basso; gli altri tralci vengono lasciati crescere verticalmente, se il vigore della vite lo permette. Negli anni seguenti vanno rinnovati gli archetti, formati grazie ai tralci sviluppati dal cordone permanente, possibilmente scegliendo quelli al di sopra del cordone, piegati verso il basso e legati al primo filo.

Ogni anno gli archetti dell’anno precedente vanno soppressi. Si mantiene solo il primo tralcio spuntato nell’anno, il più vicino al cordone permanente.

Uva francese

La produzione di qualità si identifica con una decina di zone importanti, ciascuna delle quali caratterizzata da particolari vitigni e da tipologie di vino ben precise, come per esempio:

  • Il Pinot nero;
  • Lo Chardonnay in Borgogna;
  • Il Cabernet;
  • Il Merlot a Bordeaux;
  • Il Sauvignon nella Valle della Loira;
  • Il Riesling;
  • Il Gewürztraminer in Alsazia.

Tradizione enologica francese

La Francia vanta un’ antichissima tradizione enologica, radicata già nei tempi antichi. La storia del vino francese risale al 600 a.C. circa, periodo nel quale i Greci fondarono l’attuale Marsiglia, allora chiamata Massalia, e ne introdussero la vite. 

Nonostante a quel tempo fosse allo stato selvatico, la vite era una pianta già presente sul territorio europeo, Francia compresa.

I primi a sviluppare le potenzialità delle viti furono i Romani, con il loro approdo sul territorio francese alla fine del II° secolo a.C.. Prima di essere prodotto in Francia, infatti, il vino era già prodotto in Italia ed era di alta qualità, specie in confronto all’emergente viticoltura francese. Anche gli Etruschi esportavano vino in Francia: se ne ha certezza grazie ad anfore di vino ritrovate nell’attuale Borgogna.