Martedì 16 Aprile 2024

I 40 anni di Pimpa e Cipputi. Le Italie parallele di Altan

"La cagnolina a pois è il sogno, l’operaio la realtà". "In questi decenni i bambini non sono campiati tanto. Il nostro Paese invece è il regno delle chiacchiere"

La Pimpa e suo papà Altan

La Pimpa e suo papà Altan

«L’ITALIA di 40 anni fa? Non so se fosse migliore o peggiore di quella di oggi, ma era più semplice da capire, era tutto sommato più legata a delle cose concrete, cose più serie...». Parola di Francesco Tullio Altan, il disegnatore e illustratore trevigiano che proprio nel 1975 dette vita a due personaggi diversissimi, la Pimpa (tenera e simpatica caglolina a pois rossi sulle pagine del “Corriere dei Piccoli”) e Cipputi (caustico operaio, simbolo di una satira corrosiva e amara, sulle pagine di Linus). Ora, a 40 anni di distanza, entrambi godono di buona salute (ovvero di successo) e in particolare la Pimpa è un fenomeno a livello internazionale, protagonista di libri, riviste e serie animate tv. Proprio in questi giorni, Altan sta lavorando alla regia della quarta serie animata della Pimpa (targata Rai Fiction e Quipos) con cortometraggi che saranno trasmessi da Rai YoYo nel 2016.

È curioso creare nello stesso anno, due personaggi così diversi...

«Quello di Cipputi è il mondo com’è; mentre quello della Pimpa è il mondo come sarebbe bello che fosse».

E che caratteristiche ha questo mondo ideale?

«È un mondo dove ci sono curiosità, armonia e serenità».

Caratterisiche assenti nel mondo di Cipputi?

«Sì, direi di sì».

A quarant’anni di distanza, sono cambiati i bambini che guardano la Pimpa e gli adulti che leggono le vignette di Cipputi.

«Il mondo dei bambini piccoli, fino a 5 o 6 anni non mi pare sia cambiato molto».

L’Italia di Cipputi, sì però...

«Sì, è tutto più confuso, meno serio. Ci sono soprattutto delle grandi chiacchiere».

Qual è il rapporto di Cipputi con Matteo Renzi?

«Credo che Cipputi non abbia un gran rapporto con Renzi. Comunque dovreste chiederlo a lui...».

E lei cosa pensa della Politica italiana?

«Non mi piace».

Perché?

«Non si capisce niente, non si capiscono le motivazioni, i valori che stanno dietro le scelte».

La Pimpa nacque per gioco, per divertire sua figlia, allora bambina. Cosa le dicono i bambini di oggi quando li incontra nelle scuole?

«Io incontro i bambini per disegnare con loro, più che per fare grandi discorsi. E allora, mentre disegniamo insieme, mi dicono: “Però, come la fai bene la Pimpa...”. Insomma la vivono non come un personaggio, ma come un’amica reale».

Tornando al suo lavoro come disegnatore satirico, a quale autore si ispirava all’inizio?

«Ho cominciato a fare questo lavoro soprattutto sullo stimolo di Jules Feiffer».

E oggi, chi le piace?

«Ammiro molto il lavoro di ElleKappa».

La strage di Parigi nella sede di Charlie Hebdo, nel gennaio scorso, ha riaperto il tema sul limite al diritto di satira, se esiste oppure se la satira debba essere del tutto libera. Che ne pensa?

«Credo che la satira non dovrebbe avere questo limite. Però c’è un altro limite ...».

Quale?

«Quello dell’intelligenza, la satira deve essere intelligente».