Nahaze: il mio “angelo”, Achille Lauro

Il battesimo della cantautrice italo-inglese: "Gli ho spedito i miei provini, gli sono piaciuti. Ed eccomi qua"

Nahaze alla presentazione del suo disco “Carillon” ha cantato con Achille Lauro

Nahaze alla presentazione del suo disco “Carillon” ha cantato con Achille Lauro

Milano, 12 dicembre 2019 -  Un angelo protettore molto glam veglia sui destini discografici di Nahaze, al secolo Nathalie Hazel. Intelligente, cantautrice italo-inglese già in odore di santità. Il cherubino tatuato in questione è Achille Lauro, che nell’attesa di ritentare la carta di Sanremo ieri sera ha voluto presentare la sua pupilla davanti al pubblico del Tempio del Futuro Perduto, in via Luigi Nono, cantandoci assieme “Carillon”, il singolo prodotto da Boss Doms con cui la diciottenne inizia il suo viaggio nella musica.

Nathalie, com’è iniziata la collaborazione con Lauro? «Lo ascolto da sempre, da molto prima di Sanremo e di “Rolls Royce”. L’ho scoperto su YouTube e a farmi innamorare sono stati i suoi testi. D’accordo col mio produttore Lorenzo D’Ercole, meglio conosciuto col nome d’arte Quaison, quest’estate Lauro è stato il primo a cui ho spedito i miei provini. Gli sono piaciuti ed eccoci qua».

Essendo di madrelingua, lei compone in inglese o in italiano? «Nell’una e nell’altra lingua, come ha avuto modo di capire ieri sera il pubblico milanese ascoltando un “mashup” delle mie creazioni».

Dov’è la sua base operativa? «Finora è stata a Matera, nella tavernetta di Quaison; i pezzi sono nati lì. Anche se poi con Lauro ci siamo incontrati a Maratea e, una volta che siamo stati uno di fronte all’altro, c’è voluto del bello e del buono per vincere la timidezza che m’impietriva».

Lei è nata in Puglia. «Sì ad Acquaviva delle Fonti, mia mamma Lindsay è però inglese e tutto il ramo materno della famiglia sta quindi oltremanica. Io sono creaciuta un po’ là e un po’ qua. Diciamo che dal carattere pugliese ho preso il senso di famiglia, mentre da quello inglese la determinazione».

Scuola? «Frequento l’ultimo anno di liceo classico. L’anno prossimo vorrei iscrivermi al Dams di Bologna per rimanere legata al mondo dello spettacolo».

La sua è una famiglia di artisti? «Papà lavora alla Camera di Commercio, ma fa pure il pittore part-time. Quanto a gusti musicali, lui è pazzo per Ac/Dc e Pink Floyd, mentre mamma ha un’anima più ska che va dai Madness in giù».

E lei, oltre ad Achille Lauro, cosa ascolta? «Fabri Fibra, Marracash e giganti come De André. Ma anche Pink Floyd, Led Zeppelin, Travis Scott».  

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