Studio Villani: cento anni, 670mila foto. La mostra è un viaggio nella storia

L’esposizione che celebra il centenario sarà visitabile da giovedì al 27 febbraio 2015 nel Museo del Patrimonio industriale. L'iniziativa è stata organizzata nell'ambito delle celebrazioni dei 130 anni del Resto del Carlino FOTO Alcuni scatti

Una pagina appena stampata del quotidiano bolognese ‘il Resto del Carlino’, 1930 circa

Una pagina appena stampata del quotidiano bolognese ‘il Resto del Carlino’, 1930 circa

Bologna, 10 dicembre 2014 - Oltre 670mila fotografie, circa 7mila aziende documentate e un patrimonio di inestimabile valore di Made in Italy. Sono questi i numeri imponenti della Mostra che, dall’11 dicembre 2014 fino al 28 febbraio 2105, celebrerà i 100 anni di vita dello studio fotografico Villani. Un viaggio meraviglioso attraverso storia, società e industria con al centro la città dove lo studio Villani ha vissuto e lavorato, Bologna. Per oltre mezzo secolo, lo studio Villani si è fatto acuto cantore non solo della vita di tutti i giorni, quella che vedeva protagonisti donne e uomini comuni alle prese con il loro destino, ma anche della vita produttiva della città e del mondo dello sport e dello spettacolo. Dagli occhi di Virna Lisi e Gina Lollobrigida a industrie storiche bolognesi come la Buton e il Burrificio Veronesi. Dal pianto di un bambino ai sindacalisti in piazza Maggiore nel 1954. Tanti mondi

La presentazione -A curare e presentare l’incantevole esposizione ci ha pensato la Fratelli Alinari, nel cui archivio di proprietà fiorentino sono stati amorevolmente conservati tantissimi scatti, mentre altri corpus si trovano custoditi all'Archivio Fotografico della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico di Bologna, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. La mostra ha luogo dall’11 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015 al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, in via della Beverara 123. Alla conferenza stampa di presentazione ha fatto capolino anche il nome di Romano Prodi. “Furono il professore e Andrea Emiliani a spingermi a prendere l’archivio – ha spiegato Claudio De Polo, presidente della Fratelli Alinari -. Si tratta di un corpus stupendo, che va dal ’14 al 1987. Ho due auspici: che questa mostra possa viaggiare nel mondo e che dell’enorme lascito venga creato un database. Per salvare le lastre da una calamità e per farlo vivere per sempre”. Allegato al Resto del Carlino, partner dell’evento all’interno delle celebrazioni per i 130 anni del giornale, da oggi sarà in edicola il catalogo con alcune tra le più belle foto della mostra (12,90 euro più il prezzo del quotidiano). E alcune di quelle istantanee provengono da “Immagini della memoria”, la chiamata a raccolta che proprio il nostro giornale ha lanciato per far tirare fuori dai cassetti di tutta Bologna quegli scatti privati che solo lo studio Villani sapeva valorizzare. “Villani è la memoria della città – ha sottolineato Massimo Gagliardi, vicedirettore del Resto del Carlino -, la sua identità. Foto particolari perché ‘icastiche’: sono ferme perché documentano, restituiscono la verità a chi guarda”. La storia – Achille Villani inizia l’attività di fotografo nel 1914 in via S. Stefano 24 e subito si impone per l’originalità e l’accuratezza nella realizzazione dei ritratti, virati in vari colori e dipinti a mano. Nel 1921, insieme al figlio Vittorio, fonda a Bologna l’azienda “Achille Villani e Figli”, che prosegue la sua attività fino alla metà degli anni ’80. Allo studio bolognese va il primato di essere il principale artefice e poi conservatore della fotografia industriale di questo paese, ma anche quello di avere documentato le attività economiche, artistiche e culturali della città di Bologna e del suo territorio. Lo studio Villani ha raccontato la vita quotidiana di persone comuni e illustri, ha documentato il patrimonio culturale in particolare di Bologna e dell’Emilia, in generale dell’Italia, ha illustrato la storia con le riprese della seconda guerra mondiale e ha partecipato attivamente alla documentazione della storia economica fra le due guerre e poi della ripresa economica ed industriale del paese, documentando l’organizzazione del lavoro, le nuove strutture industriali, le attività commerciali e produttive di Bologna, emiliane e segnatamente a livello nazionale.